I luoghi del cuore da salvare
Non è il Colosseo di Roma e neanche il Duomo di Milano e neppure la Basilica di San Marco a Venezia. Il luogo del cuore che gli italiani vorrebbero tutelare di più è il convento dei frati cappuccini a Monterosso al Mare, nello Spezzino. A stabilirlo è stata la settima edizione del censimento nazionale del Fondo ambiente italiano, promosso con Intesa Sanpaolo. Un’iniziat i va che ha visto vot a re 1.658.701 italiani per sostenere la tutela artistica del proprio candidato anche con comitati spontanei.
Il convento che domina la baia del borgo delle Cinque Terre è stato costruito a partire dal 1619 e, oggi, è abitato stabilmente da padre Renato. Un combattivo frate cappuccino che è riuscito a far arrivare 110.341 voti alla struttura religiosa che al suo interno custodisce opere d’arte — come una «Crocefissione» del XVII secolo attribuita ad Antoon van Dyck e «La Veronica» di Bernardo Strozzi — ma è famosa anche per il suo giardino con orti, vigneti, limonaie.
Al secondo posto della classifica si è piazzata la Certosa di Calci (92.259 segnalazioni), nel Pisano: eretta nel 1366, è uno dei monasteri certosini più belli d’Italia. Terzo, invece, è arrivato, con 71.967 voti, il Castello di Calatubo di Alcamo, nel Trapanese. Un maniero che sorge su uno sperone roccioso mozzafiato e il cui sito è stato abitato «una grande banca deve concorrere al progresso culturale e artistico del Paese per valorizzare i grandi tesori».
Grazie alla collaborazione decennale tra il Fai e la banca di Ca’ de Sass sono stati salvati 45 beni, in 15 regioni. Per «rendere più organici gli interventi» in ambito culturale e artistico, Intesa Sanpaolo potrebbe ora dar vita a una Fondazione. La prossima iniziativa di restauro sarà dedicata alla Casa del Manzoni di Milano. «Avevamo proposto al Comune un intervento al 50% — ha concluso —, ma questo non si è verificato e abbiamo deciso di finanziarlo da soli».
Intesa Sanpaolo ha precisato che «il progetto definitivo è in fase di formalizzazione e sarà stipulata nelle prossime settimane una convenzione con la Fondazione centro nazionale studi manzoniani per le modalità dell’intervento. L’importo non sarà superiore ai 4 milioni di euro e dipenderà dall’intensità del progetto che è in fase di elaborazione e deve ancora scontare tutte le necessarie autorizzazioni amministrative». Brevi i tempi previsti. «È auspicabile — conclude il gruppo — che il cantiere venga aperto entro la metà di marzo per concludere i lavori entro luglio». Così la Casa del Manzoni restaurata sarà visitabile anche dai turisti di Expo 2015.
AlessioRib