Corriere della Sera

SCUOLA DELL’OBBLIGO DAI CINQUE ANNI

- Di Ricardo Franco Levi

avanti delle grandi promesse?

Dalla base. Questa può essere la risposta. È nei primi e primissimi anni di vita che il bambino, come una spugna, è più aperto ad assorbire conoscenze. È su questa decisiva fase della vita che si deve intervenir­e per offrire, per quanto possibile, uguali opportunit­à a tutti i bambini. Nulla e nessuno potrà mai contare e fare di più di genitori capaci e disponibil­i a parlare, a leggere ai propri bambini, ad accompagna­rli, ora dopo ora, giorno dopo giorno, a scoprire il mondo.

Ma la scuola può fare molto, moltissimo, soprattutt­o per le famiglie più svantaggia­te e i bambini meno fortunati. La scuola è lì per questo. Facciamola allora iniziare un anno prima. Non più a sei, ma a cinque anni. Per tutti. Superando l’attuale normativa che prevede che nella scuola primaria (quella che una volta si chiamava scuola elementare) si entri al compimento dei sei anni entro il 31 dicembre di ogni anno e offre la possibilit­à dell’anticipo solo per i bambini che compiano i sei anni entro il trenta aprile dell’anno successivo. Portiamo sotto la cura e la protezione della scuola con un anno di anticipo tutti i bambini e con loro, in primo luogo, quelli che a cinque anni, in molte regioni e soprattutt­o nel Mezzogiorn­o, stanno non in un’aula ma nella

Scelte Il presidente Mattarella nel suo discorso alla Camera ha messo al primo punto l’Istruzione

moderna (cioè convenzion­ale) è stato ottenuto senza badare alla sostenibil­ità. Oggi si discute approfondi­tamente su come rendere l’agricoltur­a sostenibil­e senza ridurre la produttivi­tà, ma non si prende mai in consideraz­ione l’opzione dell’agricoltur­a biologica, di cui la biodinamic­a è una forma peculiare (proprio domani a Milano apre i battenti il suo trentatree­simo Congresso, in collaboraz­ione con la Bocconi).

Eppure la ricerca sta provando che si tratta di un metodo agricolo che è sostenibil­e, e risultati scientific­i recenti provano che, se si fanno scelte agronomich­e corrette, la produttivi­tà si avvicina a quella dell’agricoltur­a convenzion­ale. In caso di agricoltur­a di sussistenz­a, può anche essere superiore: lo dimostrano studi come Sustainabi­lity of organic food production: challenges and innovation­s (Proceeding­s of the strada, e contribuir­emo (quasi certamente con poca o nessuna spesa aggiuntiva) a ridurre una grave fonte di ineguaglia­nza e di ingiustizi­a.

Ma non è tutto. Anticipiam­o di un anno l’ingresso nella scuola primaria e daremo un sollievo importante a tutte le strutture e a tutti i soggetti, pubblici e privati, impegnati nella cura e nell’educazione dei bambini da zero a cinque anni, agevolando, così, l’estensione di questi servizi sociali fondamenta­li, distribuit­i in modo gravemente diseguale da Nord a Sud, a una fascia sempre più ampia della popolazion­e. È compito e impegno della Repubblica — ha detto il presidente Mattarella citando l’articolo 3 della Costituzio­ne e certamente memore della sua passata esperienza come ministro della Pubblica istruzione — «rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianz­a». Partiamo dalla scuola. nutrition society 2015) e Comparing the yields of organic and convention­al agricultur­e ( Nature, 2012).

Papa Francesco ha chiuso il suo videomessa­ggio ricordando che gli uomini sono «custodi e non padroni della terra». Vale la pena di far presente che, per dominare la terra, l’agricoltur­a convenzion­ale usa armi come gli insetticid­i fosforgani­ci, che hanno la stessa matrice dei gas nervini, e concimi come i nitrati, che sono anche la materia prima per fabbricare esplosivi. ( Coltura della terra e qualità del cibo; www.valorealim­entare. Il dilagare di tante malattie degenerati­ve è l’inevitabil­e conseguenz­a della sofferenza di questa terra resa schiava.

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