Quando le paure generano fantasmi
Ivicini di Fausto Paravidino (al Cristallo di Bolzano) è una pièce che sa di paure, quelle che generano fantasmi che impediscono la ragione, sono spossanti, sono tormenti alimentati dal pensiero stesso che continuamente nutre un immaginario torturante.
Accade a Greta e il suo compagno con l’arrivo di una coppia di nuovi vicini nell’appartamento accanto, occupato prima da una vecchia signora, Attore Fausto Paravidino (38) nello spettacolo «I vicini» morta, sognata da Greta. Lui, — i personaggi maschili, senza nome proprio, sono modelli comportamentali, tipologie — è l’eterno adolescente pronto a diventar smargiasso, lei è concreta, lui bighellona per casa in pigiama e spia, lei esce, lavora ed è incuriosita da Chiara e il Marito, la prima sensuale e nevrotica, il secondo l’archetipo del bellimbusto provocatore.
I vicini da minaccia esterna diventano minaccia interna alla coppia e i timori, la realtà, l’irrazionale, l’immaginario percorso da fantasmi, il sogno, tutto deflagra e si confonde in uno stato di fibrillante inquietudine molto ben orchestrata lungo dialoghi sapienti, ironici che alimentano una tensione quasi da thriller.
Bravi tutti gli interpreti, Paravidino stesso, Iris Fusetti, Sara Putignano, Davide Lorino, Monica Samassa in una commedia, intelligente specchio dell’ansia che percorre la nostra società.