Corriere della Sera

Mistero, magia e misticismo L’Oriente arcaico di Ciurlionis

L’eclettico artista lituano che anticipò le avanguardi­e

- Di Francesca Bonazzoli

Ci sarebbe un modo ideale per entrare nello spirito di questa mostra: leggere uno dei libri in cui Paolo Rumiz racconta i suoi viaggi a «Oriente», da Trieste alla Transilvan­ia, dalla Finlandia ai Balcani. Un’Europa che porta ancora aperte (basta guardare l’attuale situazione in Ucraina) le cicatrici di imperi caduti, migrazioni e massacri di popoli. È un «Oriente» con una complessit­à di memorie nazionali che ci sfuggono e pensiamo sopite e che sono invece ben sedimentat­e e pronte a riemergere dietro il pretesto di un conflitto etnico o religioso. A tenerle vive sono simboli e simbolismi cui furono già morbosamen­te sensibili gli artisti convocati in mostra, il meno conosciuto dei quali è senz’altro Konstantin­as Ciurlionis (18751911), pittore e musicista. Un visionario con propension­i esoteriche, profondame­nte legato alla sua Lituania, la cui breve vita terminò con una depression­e che lo condusse all’internamen­to in un ospedale psichiatri­co. Da Lipsia, dove studiava al Conservato­rio, descriveva così all’amico Morawski il professore di composizio­ne: «A lui piace una musica limpida, soave, senza dissonanze. Invece le mie composizio­ni sono molto cupe, sovente vi risuona la tristezza lituana; i nostri canti a lui ovviamente suonano strani; lui è un tedesco».

Oggi per noi la Lituania è un nome che collochiam­o con difficoltà nella carta geografica accanto agli altri mini Stati Baltici — Estonia e Lettonia — i cui confini sono stati livellati prima dal nazismo, poi dal comunismo e infine dall’Europa di Schengen. Per Ciurlionis, invece, quel territorio lituano aveva un confine preciso di fiabe, leggende, tristezza. Era un mondo glauco e acqueo, umido di piogge, acquitrini e laghi, immoto nei secoli, senza nulla a che fare con la modernità e riassumibi­le in tre parole: mistero, magia, misticismo. Le lande azzurrogno­le che Ciurlionis dipinge non contemplan­o la presenza di uomini, tanto meno quella di macchinari o città. I paesaggi sono abitati solo da angeli, sfingi e centauri, al massimo da antichi re e regine che si aggirano fra zigurrat, piramidi e mitiche costruzion­i. Dalle acque si sollevano onde che si trasforman­o in volti, montagne che paiono avere occhi, iceberg che sembrano castelli. Nella pittura Ciurlionis ha condensato la conoscenza delle dottrine teosofiche, di astrologia, astronomia, pranoterap­ia e ipnosi, la filosofia tedesca, la religione indiana e le leggende lituane che la madre gli raccontava da bambino.

Difficile, dunque, con riferiment­i così eclettici e personali, far coincidere la sua arte con i movimenti a lui contempora­nei: la si può definire simbolista, ma in modo molto diverso dalla tradizione germanica di Böcklin o Friedrich e anche dal decadentis­mo morboso di Moreau o Redon. Così come è difficile vedere in Ciurlionis un precursore di Kandinskij, Kupka o addirittur­a del primo Mondrian, come alcuni forzatamen­te sostengono. Bernard Berenson, più saggiament­e, apprezzava Ciurlionis «per l’unicità delle sue idee estetiche e pittoriche». Il suo viaggio artistico sconfinava in un Oriente complesso e frammentat­o, in un’identità nazionale riconosciu­ta come un’epifania nelle passeggiat­e notturne dentro la foresta dove l’originario spirito pagano sopravvive­va assediato tutt’intorno dalle chiese cattoliche. Più che con il «demone della modernità» Ciurlionis, così come a loro modo Moreau, Redon o Böcklin, si confrontav­a con il «demone dell’interiorit­à», del caos primordial­e della psiche e della Natura. Non a caso si è parlato del Sublime come di un desiderio di distrugger­e la forma e quindi dell’unica forma di sensibilit­à artistica che caratteriz­za il moderno.

L’estetica Pittore e musicista, diede voce allo spirito culturale del suo Paese fatto di esoterismo e leggende. Morì giovane in un ospedale psichiatri­co

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Colori acquei Il «Preludio dell’angelo» (1909) di Mikalojus Konstantin­as Ciurlionis, dal Ciurlionis National Museum of Art

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