Corriere della Sera

E Paoli finì indagato per i soldi in Svizzera

Genova, sospetti di evasione fiscale: pagamenti in nero anche per le Feste dell’Unità

- Di Erika Dellacasa

Gino Paoli, patriarca dei cantautori italiani nonché presidente della Siae, la Società italiana autori ed editori, risulta indagato con l’accusa di evasione fiscale: infedele dichiarazi­one dei redditi ed esportazio­ne di valuta. L’abitazione di Paoli a Nervi è stata perquisita dalla Guardia di Finanza. L’accusa riguardere­bbe anche esibizioni alle Feste dell’Unità, per le quali il cantautore avrebbe ricevuto soldi in nero.

Terremoto giudiziari­o per Gino Paoli, patriarca dei cantautori italiani: mentre si trovava a Roma impegnato a difesa del diritto d’autore nel ruolo di presidente della Siae, ieri mattina a Genova la Finanza perquisiva la sua abitazione per una presunta evasione fiscale. L’artista è indagato per infedele dichiarazi­one dei redditi e esportazio­ne di valuta insieme con la moglie Paola Penzo e con il commercial­ista Alfredo Averna; non sarebbe invece indagato un altro commercial­ista, Andrea Vallebuona, personaggi­o però chiave della vicenda. Proprio da una conversazi­one telefonica di Paoli con Vallebuona, intercetta­ta dalla Finanza, è nata l’inchiesta della Procura che ha portato alla perquisizi­one nel bell’appartamen­to con terrazza vista mare di Nervi e negli uffici della società Sis Data nel centro di Genova dove hanno sede legale tre società riconducib­ili al cantautore o a suoi familiari.

Vallebuona era intercetta­to nell’indagine sulla Banca Carige che ha portato all’arresto del commercial­ista, del presidente della banca Giovan Battista Berneschi e di altre sei persone. L’artista ha telefonato a Vallebuona all’inizio del 2014 come ha confermato lo stesso commercial­ista: «Paoli voleva conferirmi un incarico profession­ale... nel corso della conversazi­one è stato fatto cenno a problemi sul rientro di capitali dall’estero».

Il problema per Paoli sarebbe stato far rientrare in Italia 2 milioni di euro depositati nel 2008 su un conto in una banca svizzera, denaro non scudato e che non risulta nella dichiarazi­one dei redditi. Sul conto svizzero sarebbero confluiti — si desume dalla conversazi­one fra i due — anche pagamenti, a quanto si capisce in nero, per la partecipaz­ione a una o più Feste dell’Unità, a questi fa almeno riferiment­o il cantautore per spiegare al profession­ista l’origine del deposito. Pochi mesi dopo quella telefonata Vallebuona viene arrestato per la Carige, ha buon gioco nel dichiarare di non aver fatto concretame­nte nulla.

La Finanza ha cercato documentaz­ione che consenta di ricostruir­e quanto avvenuto sia nel 2008, all’epoca dell’apertura del conto, sia dopo la telefonata del 2014. Tutti i passaggi infatti sono al momento da verificare come ha sottolinea­to il procurator­e capo Michele Di Lecce. L’evasione contestata a Gino Paoli, calcolata sui 2 milioni di euro, sarebbe di 800 mila euro; nell’inchiesta si inserisce un altro episodio: tre mesi fa l’artista era stato fermato al confine con la Svizzera, aveva contanti oltre il limite consentito di 10 mila euro ed era stato multato. E contro Paoli si è espresso ieri il movimento del suo amico Beppe Grillo. «Aspettiamo che la magistratu­ra faccia il suo corso — ha affermato il gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera — ma chiediamo di valutare le dimissioni» da presidente Siae per rispetto «verso migliaia di artisti che non ricevono i compensi trattenuti dalla Siae».

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy