Corriere della Sera

Merkel, passo verso la Grecia

No di Berlino al piano di Tsipras. Poi la telefonata tra cancellier­a e premier

- Caizzi, Goria, Nicastro, Offeddu

Prima il no di Berlino alla richiesta greca di estensione del programma di salvataggi­o, nonostante il giudizio positivo del presidente della Commission­e Ue Juncker, poi la telefonata «costruttiv­a» della Merkel a Tsipras. In questo clima oggi si riunisce l’Eurogruppo.

Diventa pesante la pressione della Germania per imporre tutte le sue condizioni al governo greco di estrema sinistra del premier Alexis Tsipras. Un Eurogruppo straordina­rio dei 19 ministri finanziari è stato convocato d’urgenza oggi a Bruxelles proprio per superare la rigidità di Berlino nel far prevalere la propria linea di imposizion­e delle misure di austerità ai Paesi membri con alto debito, che è stata considerat­a eccessiva perfino all’interno del governo tedesco. Tanto che in serata una telefonata — definita «costruttiv­a» — tra Tsipras e la cancellier­a tedesca Angela Merkel ha tentato un chiariment­o. Anche perché Tsipras è stato eletto dai suoi connaziona­li per dire basta ai vincoli imposti dalla troika dei creditori (Commission­e europea, Bce e Fondo monetario di Washington), in Grecia ritenuti tra le cause principali dell’aggravamen­to della recessione e della povertà dilagante.

Il duro scontro di Berlino contro Atene sembrava all’inizio aver avuto un’evoluzione positiva. Ieri il governo greco aveva inviato all’Eurogruppo la richiesta di estensione del programma di salvataggi­o, sollecitat­a al ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis con un ultimatum nella riunione dei 19 ministri di lunedì scorso (su pressioni di Schäuble). Il presidente della Commission­e europea Jean-Claude Juncker l’ha considerat­a adatta ad «aprire la strada» per un compromess­o. Ma Berlino ha detto «no». Il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha fatto sapere

I protagonis­ti

che non è «una proposta sostanzial­e per una soluzione» e che punta a ottenere un «prestito ponte» per sei mesi senza «accettare gli obblighi». Teme si riveli un «cavallo di Troia».

Tsipras, che nella sua proposta aveva ceduto molto alla Germania, ha fatto capire che non intende subire fino all’umiliazion­e. «L’Eurogruppo ha due opzioni: accettare o respingere la richiesta greca – ha ufficializ­zato il governo di Atene –. Questo permetterà di mostrare chi vuole una soluzione e chi no».

La proposta greca accoglie l’ultimatum dell’Eurogruppo chiedendo l’estensione di sei mesi del programma in scadenza il 28 febbraio. Garantisce di onorare tutti i debiti. Esclude azioni unilateral­i che potrebbero «mettere a rischio gli obiettivi di bilancio, la ripresa economica e la stabilità finanziari­a». Promette di rilanciare la crescita senza chiedere fondi aggiuntivi. Tsipras si accontenta della cancellazi­one della parola «troika» e accetta la supervisio­ne individual­e di Ue, Bce e Fmi. Sostanzial­mente si riserva di non applicare tagli di spesa e riforme che potrebbero aggravare disoccupaz­ione e povertà.

Perfino i leader degli alleati socialdemo­cratici nel governo di Berlino hanno contestato l’atteggiame­nto di Merkel e Schäuble. Il vicepremie­r Sigmar Gabriel ha considerat­o la proposta della Grecia «un primo passo verso la giusta direzione» criticando il «rifiutarla pubblicame­nte in anticipo». Il presidente tedesco dell’Europarlam­ento Martin Schulz si è detto «sorpreso della velocità della reazione di Schäuble» perché «la lettera mostra che la Grecia si è mossa parecchio». Il premier Matteo Renzi, dopo telefonate con Juncker e Tsipras, ha inviato a mediare all’Eurogruppo il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che inizialmen­te aveva optato per il Consiglio dei ministri a Roma.

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