Corriere della Sera

Quelle scuse solo a metà arrivate tardi

- Di Andrea Balzanetti

Quello che è successo ieri, in una delle piazze più belle di Roma e del mondo, è impression­ante. Ma lo è stata ancora di più la reazione da parte delle autorità olandesi e della squadra degli autori del disastro. Nonostante le evidenti responsabi­lità, le scuse delle autorità sono arrivate tardive; quelle della squadra non sono neppure pervenute.

Quello che è successo ieri, in una delle piazze più belle di Roma e del mondo, è impression­ante. Ma ancora più impression­ante è stata la reazione delle autorità olandesi e della dirigenza del Feyenoord, i cui hooligan hanno compiuto il disastro cui abbiamo assistito.

Non c’era dubbio sulla responsabi­lità dei tifosi olandesi. Eppure si è dovuto aspettare il primo pomeriggio, con piazza di Spagna devastata, per avere una nota dell’ambasciata che finalmente parlava di «Black block della tifoseria » che si sono «ubriacati in modo vergognoso ed hanno avuto un comportame­nto disdicevol­e». Nelle ore precedenti, invece, dopo gli scontri di Campo de’ Fiori, un silenzio quasi infastidit­o. E neppure in serata erano giunte le scuse della società.

Certo, restano le domande sulla gestione dell’ordine pubblico, non solo da parte italiana. I tifosi del Feyenoord sono tra i più violenti d’Europa, spesso protagonis­ti di incidenti gravissimi: come la devastazio­ne della città e dello stadio di Nancy nel 2006, che costò al club l’esclusione dalla coppa Uefa. Quando lo scorso 15 dicembre fu sorteggiat­a la partita Roma-Feyenoord, sarebbe dovuto scattare l’allarme rosso. Le scene che abbiamo visto in queste ultime 48 ore, invece, mostrano drammatica­mente come questo non sia successo.

La sensazione è che le forze dell’ordine — italiane e olandesi — siano state sorprese dagli eventi e non abbiano messo in atto un’adeguata attività di prevenzion­e per evitare che gli hooligan olandesi raggiunges­sero senza problemi Roma. Ma per le autorità olandesi questa responsabi­lità è aggravata dalla conoscenza dei tifosi vandali.

Ora è il tempo delle scuse, che ci sono dovute. E poi, per evitare altri «sacchi di Roma», senza invocare come sempre il perfetto «modello inglese», si potrebbe iniziare dal «modello polacco». Semplice ma efficace, come ricordano i tre tifosi laziali arrestati a Varsavia nel novembre 2013 e scarcerati dopo mesi: erano stati condannati per episodi molto, ma molto più leggeri di quelli di ieri.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy