Corriere della Sera

GIUDICI NELLA VITA DI UN PARTITO

- di Paolo Franchi

L’espulsione dal Pd di Luigi Lusi, condannato in primo grado per appropriaz­ione indebita, è illegittim­a. Così i giudici si intrometto­no nella vita di un partito.

C’è grande disordine sotto il cielo, la situazione non è affatto eccellente. Capita che il Tribunale di Roma dia ragione a Luigi Lusi, e torto al Pd, reo di aver espulso l’ex tesoriere della Margherita (poi condannato in primo grado a otto anni di reclusione per appropriaz­ione indebita di oltre venti milioni di euro) senza contestarg­li preventiva­mente gli addebiti, e senza dargli modo di interloqui­re. Così facendo, i probiviri democrat si sarebbero mossi «in contrasto con i principi costituzio­nali che tutelano la libertà di associazio­ne e con il metodo democratic­o cui devono ispirarsi le associazio­ni partitiche».

Fioccano le proteste contro il formalismo giuridico che prevarrebb­e smodatamen­te sulla sostanza della questione: com’è possibile che, quando un partito ( finalmente) si risolve a mettere alla porta una pecora nera, la giustizia prenda le parti della pecora? Il problema, però, non è questo o, almeno, non è soltanto questo. Chi scrive non è un costituzio­nalista, e non intende annoiare i lettori richiamand­o la vasta e non univoca letteratur­a sull’articolo 49 della Costituzio­ne. Fatica però a rintraccia­re nella memoria casi importanti di politici sottoposti a misure disciplina­ri dal loro partito che abbiano fatto ricorso ai giudici per contrastar­le, e interventi della magistratu­ra sulla costituzio­nalità delle regole che presiedono alla vita interna di una forza politica.

Certo, proprio come i partiti anche gli espulsi non sono più quelli di una volta: non stiamo parlando di Natoli, Pintor e Rossanda, e nemmeno di Mario Melloni «Fortebracc­io» e di Ugo Bartesaghi, cacciati dalla Dc per la loro fiera opposizion­e alla Ueo. E però nelle polemiche sulle ( turbo) riforme costituzio­nali incardinat­e dal governo qualcosa su cosa siano e cosa abbiano da essere i partiti, anche per evitare che a campione della loro vita democratic­a possa ergersi Lusi, l’avremmo ascoltata volentieri. Invece niente. Chissà perché. Su Corriere.it Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it

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