Anche Juncker diventa ostaggio dei tedeschi
Il commissario Ue: da Atene segni positivi, si va verso un ragionevole compromesso. Poi il gelo di Berlino Occupazione record in Germania: 43 milioni di lavoratori, il numero più alto dalla riunificazione
Un borbottio imbarazzato dalla Francia, un mormorio dall’Italia, qualche sospiro dall’Irlanda. Ma il tuono che viene dalla Germania — il «no» minacciato alla richiesta condizionata d’aiuto firmata da Atene — zittisce tutto il resto e dice che qualcosa di mai visto prima sta avvenendo: uno dei 28 Paesi membri dell’Unione Europea, teoricamente pari a tutti gli altri, ridisegna secondo i suoi criteri il principio fondante dell’Ue, la solidarietà comunitaria. Può darsi benissimo che Berlino abbia ragione, nel farlo, e che la diffidenza verso Alexis Tsipras sia giustificata. Berlino ha anche l’autorevolezza per parlare con certi toni: lo hanno appena confermato le statistiche sui suoi 43 milioni di lavoratori occupati, cifre siderali rispetto alla desolazione media dell’Ue. Ma intanto, la bocciatura tedesca del compromesso alla greca – «non è una proposta sostanziale per una soluzione» –ha preceduto fragorosamente il parere di tutti gli altri governi, bloccando la strada di ogni possibile opinione diversa. Ed entrando direttamente in linea di collisione con la stessa Commissione Europea. Poco prima il suo presidente, Jean-Claude Juncker, aveva infatti affidato ai
La vicenda
Il governo greco guidato da Alexis Tsipras ha chiesto all’Europa un piano di salvataggio da 10 miliardi di euro sotto forma di emissione di titoli di Stato e di fondi della Bce