L’ex ministro Visco e il giudice Greco: su tributi e reati persa un’occasione
Che la Fiom organizzi un convegno sul Fisco alla vigilia del consiglio dei ministri che doveva varare i nuovi decreti attuativi della delega fiscale per bocciare gli stessi è scontato. Ma che dallo stesso convegno arrivino critiche pesanti alla riforma da parte di personaggi del calibro di Francesco Greco e Vincenzo Visco lo è meno. Secondo il procuratore aggiunto di Milano Greco, che pure ha avuto un ruolo da protagonista nella messa a punto della voluntary disclosure, la legge per il rientro dei capitali, «la delega fiscale era una grande occasione per portare il sistema nella modernità, ma la stiamo perdendo». Greco ha criticato lo schema di decreto legislativo sulla certezza del diritto, «che sta diventando sulla incertezza del diritto». Si tratta del provvedimento che conteneva la cosiddetta norma salva Berlusconi con la depenalizzazione delle frodi fiscali fino al 3% dell’imponibile, che è stato per ora accantonato dallo stesso Renzi. In particolare, il magistrato è preoccupato per «il contrasto che si potrebbe creare tra frode fiscale e abuso del diritto, perché io non ho mai visto un caso di abuso del diritto che non fosse fraudolento». Preoccupato anche Visco: «I problemi del fisco italiano sono numerosi, ma pochi saranno risolti dai decreti delegati». Secondo l’ex ministro delle Finanze, «depenalizzare le frodi fiscali è inaccettabile», così come la «depenalizzazione completa dell’elusione». Visco ha ricordato di aver presentato uno studio con proposte per «dimezzare l’evasione», che sottrae ogni anno 120 miliardi all’erario. Ma «il governo non ha avuto coraggio».