La crisi
L’Isis a Sirte Il 13 febbraio i miliziani dell’Isis entrano a Sirte e prendono il controllo di alcuni edifici, tra cui due radio e la tv locale, da cui diffondono messaggi del Califfo
I copti sgozzati Il 14 febbraio si diffonde la notizia che i 21 egiziani copti rapiti dall’Isis sono stati sgozzati
Raid su Derna Per rappresaglia, il presidente egiziano Al Sisi ordina all’aviazione di bombardare Derna, la roccaforte libica dei miliziani del Califfo. Gli attacchi, partiti il 16 febbraio, ricevono l’appoggio dell’aviazione del governo di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, e vengono condannati dalle milizie filoislamiche al potere a Tripoli
Riunione all’Onu Il 18 febbraio si riunisce il Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere la richiesta dell’Egitto di affrontare l’espansione dello Stato islamico in Libia col pugno di ferro
Dialogo Ma l’orientamento del Palazzo di Vetro è quello di favorire un negoziato tra Tobruk e Tripoli contro l’Isis attraverso il mediatore dell’Onu Bernardino León
Quelli dell’Isis sono in Libia da tempo. All’inizio confusi con altre formazioni estremiste molto attive nella regione di Derna, poi hanno tentato di allargarsi, grazie anche al sostegno della casa madre. La forza dei mujaheddin libici non è ancora paragonabile alle unità del Califfo, organizzate come un esercito capace di prendersi parte dell’Iraq e un pezzo di Siria. Ci stanno lavorando ma intanto hanno investito sul fronte più facile: quello della propaganda.
Choc e timore Un’immagine su Twitter può avere l’effetto psicologico di una bomba
Non potendo mettere a segno successi militari importanti contro milizie agguerrite hanno scelto la strada delle decapitazioni, uccisioni orrende filmate con cura e diffuse sul web. Mossa che equivale oggi a trasmetterle in mondovisione. Per farlo si sono procurati le vittime: 20 egiziani copti ai quali hanno aggiunto Matthew Aiyrga, un muratore del Ghana finito nelle loro mani e aggiunto al gruppo. Poi hanno eseguito il sacrificio umano con uno scenario perfetto: una spiaggia — dicono vicino a Sirte — che «Isis a Roma, se Dio vuole». È la nuova minaccia all’Italia dei terroristi dell’Isis che avrebbero creato un nuovo hashtag (#) denominato «stiamo arrivando a Roma». Lo riferisce un tweet di Rita Kats, cofondatrice del gruppo di intelligence Site ed esperta di terrorismo internazionale.