Corriere della Sera

Roma cerca il coordiname­nto col Cairo per fare fronte comune nella crisi libica

A marzo Renzi sarà a Mosca con l’obiettivo di allargare alla Russia la coalizione anti Isis

- Marco Galluzzo

Lo sforzo diplomatic­o dell’Italia sulla Libia si rafforza e segue più fronti. Ieri mattina il sottosegre­tario con delega ai servizi segreti, Marco Minniti, è volato al Cairo, per incontrare le autorità egiziane, scambiare informazio­ni utili ai due Paesi, coordinare le azioni che le rispettive diplomazie, e i servizi di informazio­ne dei due Paesi, stanno cercando di dispiegare.

È invece di ieri sera la notizia che agli inizi di marzo Renzi volerà a Mosca per incontrare Vladimir Putin: obiettivo della missione includere anche la Russia nella coalizione anti Isis che potrebbe formarsi dopo le iniziative diplomatic­he in atto per cercare di pacificare la Libia e sconfigger­e le milizie che fanno riferiment­o al Califfato. Lo stesso governo russo si è detto disponibil­e, a margine delle riunioni che si tengono in queste ore all’Onu, a New York, ad intervenir­e con mezzi navali per fermare il traffico di armi dirette ai terroristi presenti in Libia.

Del viaggio di Minniti è trapelato in un primo momento che il sottosegre­tario fosse anche latore di una lettera riservata di Renzi al presidente egiziano, dettaglio smentito da Palazzo Chigi (si è trattato solo di un messaggio di solidariet­à per le recenti uccisioni degli egiziani); così come quello di un possibile viaggio dello stesso premier al Cairo. Nei prossimi giorni è prevista una missione del governo italiano in Egitto, ma guidata dal sottosegre­tario Carlo Calenda, accompagna­to da diversi imprendito­ri italiani, e diretta ad intensific­are l’interscamb­io commercial­e.

La missione di Minniti ha ovviamente un taglio operativo: mentre a New York si cerca di far decollare un negoziato fra le diverse fazioni libiche, in vista di un possibile governo di unità nazionale, o quantomeno di allargare il più possibile una struttura statale che in questo momento è frammentat­a a tal punto da rendere complicata qualsiasi missione internazio­nale, il nostro governo cerca di scambiare e condivider­e informazio­ni utili con quello del Cairo per favorire un salto di qualità nei negoziati che da mesi stanno cercando di portare avanti le Nazioni Unite. E anche per cercare di convincere che al momento l’opzione diplomatic­a è da preferire a quella militare.

Il viaggio di Minniti fa seguito a due incontri avvenuti ad agosto e a novembre — al Cairo e a Roma — tra i due premier, Matteo Renzi e Abdel Fattah al Sisi, ed ai contatti continui ad alto livello tra i due Paesi, intensific­atisi in seguito all’escalation della tensione in Libia. L’ultimo colloquio telefonico fra i due presidenti è di qualche giorno fa.

Il coordiname­nto con l’Egitto è imprescind­ibile per qualsiasi Paese che si candidi ad avere un ruolo guida, come ha fatto due giorni fa l’Italia, nell’ambito di un’eventuale iniziativa dell’Onu. Ieri sera il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ribadito che l’Italia intende avere un ruolo guida in una futura missione, e che occorre il coinvolgim­ento di tutti, «innanzitut­to degli Stati Uniti».

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