Corriere della Sera

Dai margheriti­ni agli ex sel Guerini e la corrente dei «renziani dialoganti»

- M. T. M.

Nonostante i problemi, le tensioni interne, le offensive della minoranza, il Partito democratic­o prende sempre più le sembianze del suo leader Matteo Renzi.

Alla fine della festa, dopo trattative, tira e molla, scontri e liti anche aspre, è lui ad avere l’ultima parola. E, perciò, come era ampiamente prevedibil­e, nell’era del Pd renziano la geografia del partito inevitabil­mente cambia. Nascono nuove correnti (con il beneplacit­o del segretario, si intende), anzi, nuove aree, come preferisco­no chiamarle più pudicament­e i democrats. E una sta per vedere la luce a giorni, dopo una serie di incontri riservati tra diversi esponenti del Pd che vengono da esperienze molto diverse, ma che sembrano uniti dal medesimo obiettivo: rafforzare l’azione del governo dentro i gruppi parlamenta­ri. Come? Non dando l’impression­e che i sostenitor­i del presidente del Consiglio siano solo un cerchio ristretto di renziani ma un’area trasversal­e. Il che dovrebbe, negli intenti dei promotori di questa iniziativa, rendere meno tesi i rapporti con la minoranza, che nei gruppi parlamenta­ri nominati dall’allora segretario Bersani ha un suo certo peso.

Ovviamente l’operazione, che vede in prima fila il vicesegret­ario del Partito democratic­o Lorenzo Guerini, è stata orchestrat­a d’intesa con il premier, che l’ha condivisa. Di questa nuova area fanno parte gli ex margheriti­ni, come il sottosegre­tario Angelo Rughetti, uno dei più impegnati nell’operazione, e Matteo Richetti, o come coloro che sostennero sin dall’inizio la candidatur­a di Sergio Mattarella (Beppe Fioroni, per esempio) e ci sono ex ds, naturalmen­te. I veltronian­i Walter Verini e Andrea Martella, tanto per fare due nomi, hanno aderito all’iniziativa.

Ma l’obiettivo della costituzio­ne di quest’area era quello di coinvolger­e anche le forze che hanno aderito da poco al Partito democratic­o. Era questo, secondo i sostenitor­i dell’iniziativa, il modo per dimostrare che è possibile far diventare il Pd un «grande spazio di discussion­e democratic­a che rafforzi veramente le riforme». Perciò uno dei primi esponenti a essere stato contattato è stato Andrea Romano, ex scelta civica, che ha accettato di imbarcarsi in questa nuova avventura. Si attendono adesioni persino da Sel, o, per essere più precisi, da quanti hanno abbandonat­o quel movimento insieme a Gennaro Migliore per approdare nel Partito democratic­o. Un primo «sì», è già arrivato, quello dell’ex sel Nazzareno Pilozzi. Ma è da Sc che si attendono nuovi contributi.

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