Corriere della Sera

Il teologo che si batte per i preti sposati: «Vanno riammessi»

Il Papa gli risponde: problema nella mia agenda

- Fabrizio Caccia

«Io sono un po’ sordo eh?, magari ho capito male, ma mi pare che Papa Francesco abbia proprio detto: Il problema dei preti sposati è presente nella mia agenda... Importante, no?». Don Giovanni Cereti, fine teologo, è il rettore della confratern­ita di San Giovanni Battista de’ Genovesi a Roma. Ma è anche uomo di spirito: «Adesso scherzate pure sul fatto che mi chiamo don Giovanni come il celebre seduttore...». La sua battaglia in favore dei preti sposati però ha radici antiche («Non chiamateli spretati, si resta preti in eterno») e così ieri, in Vaticano, durante l’incontro di Francesco con i sacerdoti della Capitale, don Cereti è tornato alla carica: «La Chiesa di Roma riammetta al ministero tutte queste persone preparate e serie, i preti sposati. Sapesse Santità in quanti tornerebbe­ro. A migliaia...». E Bergoglio a sorpresa gli ha risposto in quel modo.

Il rettore spiega l’urgenza della sfida col fatto che « la Chiesa latina oggi è in difficoltà, c’è la crisi delle vocazioni e può capitare che un prete debba coprire anche 7-8 parrocchie da solo. La scristiani­zzazione, la secolarizz­azione, sono legate proprio alla carenza di sacerdoti, non ce n’è abbastanza per seguire le persone... Possibile che il Papa vada in Parlamento ( lo fece Wojtyla nel 2002, ndr) a chiedere l’amnistia e l’indulto per i detenuti, eppure ancora oggi la Chiesa non sia capace di dare un indulto, di dare l’indulgenza cioè, ai suoi preti sposati, concedendo loro di riprendere il ministero?».

Qui non è un problema di uniformars­i — aggiunge don Cereti — ai cristiani ortodossi e alle Chiese orientali, dove i preti sposati possono celebrare la Messa e consacrare l’Eucaristia. Sembra piuttosto questione di sopravvive­nza: «Anche il valore del celibato, oggi, con in giro tanti celibi per egoismo, andrebbe forse rivisto in favore del matrimonio come testimonia­nza di fede». Papa Francesco, ieri, ha detto pure che il 10 febbraio, a Santa Marta, ha festeggiat­o il 50° anniversar­io di sacerdozio di 7 preti che hanno concelebra­to con lui. E alla messa — ha svelato — erano presenti anche 5 preti sposati. Forse, un orizzonte che si apre: «Io sono fiducioso — conclude don Giovanni —. Perché sento che il Papa vuole realizzare quella riforma della Chiesa decisa dal Concilio Vaticano II e applicata finora solo parzialmen­te. Perciò continuerò a battermi anche per l’ordinazion­e al presbitera­to (non solo al diaconato) dei laici sposati e per l’assoluzion­e dei divorziati risposati. Sapete, io ho 82 anni e a sposarmi, in verità, rinunciai ben 55 anni fa. Presi la decisione serenament­e insieme con un’altra persona, ora consacrata nel mondo. E sto bene così».

Sacerdote

Don Giovanni Cereti, 82 anni, genovese, insegna ecclesiolo­gia all’istituto San Bernardino di Venezia ed è rettore a Roma della chiesa di San Giovanni Battista de’ Genovesi. Nato a Genova, si è laureato in Giurisprud­enza nel 1956 e nel 1981 è diventato dottore in Teologia all’Università Gregoriana. Nel 1976 ha fondato la Fraternità degli Anawim e nel 1980 la sezione italiana della

La Chiesa riammetta al ministero queste persone Sapesse Santità in quanti tornerebbe­ro. A migliaia... Il valore del celibato, con tanti celibi per egoismo, andrebbe rivisto... Il matrimonio testimonia­n -za di fede cristiana

(Foto BenvegnùGu­aitoli-Leone)

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