Nozze gay trascritte Il prefetto le annulla e Pisapia si infuria: è discriminazione
Il prefetto di Milano ha annullato in via definitiva le trascrizioni all’Anagrafe dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero. La notizia è arrivata ieri via posta a casa delle coppie milanesi, che hanno subito definito «fascista e oscurantista» la decisione del prefetto, sollecitata dal Viminale. Un atto formale atteso, contro cui gli avvocati della comunità omosessuale della Rete Lenfrod minacciano azioni legali: «Non spetta al prefetto annullare ma solo a un giudice ordinario» dicono citando il pronunciamento dei magistrati di Udine. Una «decisione discriminatoria» anche per il sindaco Giuliano Pisapia che aveva firmato le trascrizioni in contrasto con il ministro Angelino Alfano per cui ha chiesto una mozione di censura al Parlamento. «Sbaglia — dice — sia dal punto di vista giuridico sia da quello dei diritti civili, impugneremo l’annullamento». D’accordo Nichi Vendola («Ministro medievale e oscurantista»), non Rocco Buttiglione deputato Udc-Ncd: «La cancellazione è un «atto dovuto». La posizione della Regione Lombardia è sintetizzata dall’assessore alle Identità, Cristina Cappellini: «Per la legge, la famiglia è solo quella tra uomo e donna».