I numeri
È scontro tra l’Inail e la Fillea-Cgil sui dati degli infortuni nell’edilizia. L’istituto sul suo sito sostiene che si sono dimezzati ma il segretario Walter Schiavella replica che tutta l’attività del settore sì è ridotta del 50 per cento e quindi non c’è vero miglioramento. È solo un’illusione statistica.
In più molti incidenti, secondo la Fillea, non verrebbero neppure più denunciati perché il sommerso la fa da padrone. I sindacati aggiungono che si sta alzando l’età media dei muratori caduti sul lavoro, come dimostrano episodi recenti.
Per Domenico Pesenti, numero uno della Filca-Cisl le colpe sono della riforma Fornero, «perché a 67 anni un conto è lavorare dietro una scrivania e un altro salire sopra un’impalcatura».
Ma al di là delle polemiche sui dati la filiera produttiva dell’edilizia è sicuramente quella che esce in condizioni peggiori dalla Grande Crisi. Ed è proprio qui che si annidano più che altrove le false partite Iva. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in merito ebbe a dire che non era nemmeno concepibile che ci fossero muratori con la partita Iva, eppure incrociando i dati si può arrivare a stimare come in Italia ce ne sia grosso modo mezzo milione, di cui il 40 per cento rappresentato da lavoratori stranieri.
Il dato di Roma è particolarmente illuminante: nei primi 9 mesi del 2014 l’occupazione nel settore edile è scesa del 3,9 per cento mentre i lavoratori autonomi
Dal primo gennaio al 31 ottobre 2014 si sono verificati 549 mila infortuni sul lavoro con un calo di 27 mila rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo indica l’Anmil (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) su dati Inail. Sono diminuiti più per gli uomini (5,6%) che per le donne (2,8%)
In quel periodo di tempo i morti sul lavoro sono stati 833 rispetto agli 893 di tutto il 2013. Secondo l’Anmil «il 2,5% del calo infortunistico è imputabile alla crisi e alla riduzione delle ore lavorate»