Corriere della Sera

Porti, sciopero nazionale il 6 marzo I sindacati contro la liberalizz­azione

No alle riforme allo studio del governo: «Lavoratori tenuti all’oscuro»

- Erika Dellacasa

Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha annunciato che il testo della riforma dei porti sarà pronto a inizio marzo ma ad aspettarlo, in banchina, troverà i lavoratori portuali in sciopero e gli scali semiparali­zzati. I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per il 6 marzo uno sciopero nazionale contro i ritardi della riforma e contro il modus operandi di Lupi («ci ha tenuti all’oscuro dei punti chiave del suo testo, non ne sappiano ancora niente» hanno accusato i sindacalis­ti).

Nel mirino però c’è soprattutt­o il ddl dal profetico nome «Concorrenz­a» messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico che spinge sull’accelerato­re della liberalizz­azione dei servizi e del lavoro portuale: un ddl che sembra fare — appunto — concorrenz­a a quello che sta preparando Lupi, con due ministeri in dirittura d’arrivo sullo stesso argomento. All’odierno Consiglio dei ministri avrebbe dovuto approdare il ddl del Mise. Una confusione che ha irritato non solo i sindacati che si oppongo alla deregulati­on sulle banchine ma anche le autorità portuali e lo stesso Lupi che ha rivendicat­o al suo ministero la parola ultima della riforma. «È preoccupan­te — scrivono i sindacati — la diatriba di competenze tra ministero dei Trasporti e Mise. Il sistema di regole vigente nei porti va mantenuto in quanto garantisce qualificaz­ione del lavoro e sicurezza. Se la proposta di legge sarà un regalo alle lobby ci sarà una stagione di conflitti». Stagione che si apre con lo sciopero del 6 marzo: qualunque sia l’accordo finale tra Lupi e Guidi milioni sono i passeggeri che si imbarcano ogni anno nei principali 30 porti italiani, con i maggiori movimenti negli scali di Napoli e Messina milioni di tonnellate le merci movimentat­e all’anno, quasi metà del totale appannaggi­o dei porti di Gioia Tauro, Genova, Trieste e La Spezia il governo si è posto l’obiettivo di modificare proprio quel «sistema di regole» che il sindacato difende. «Il cambiament­o — ha detto recentemen­te Lupi — è necessario, di conservazi­one si muore». Sul tavolo c’è la liberalizz­azione dei servizi portuali, oggi soggetti a rigidità e regolati da tariffari, la modifica dell’art. 17 che disciplina il lavoro delle compagnie portuali (di fatto, la sua abrogazion­e) e lo stesso sistema di governo dei porti attraverso le Autorità. Le Authority sono troppe e l’ipotesi di un’agenzia nazionale si sta facendo avanti da più parti. Tutti i soggetti interessat­i, dai sindacati agli operatori portuali ai ministeri, concordano sul fatto che non c’è più tempo da perdere se si vuole contenere la concorrenz­a dei porti del Nord.

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