Corriere della Sera

«Popolari prede degli speculator­i» Allo studio il tetto al diritto di voto

L’allarme di Assopopola­ri alla Camera. Padoan: per le Bcc bene l’autoriform­a

- Francesco Di Frischia

La trasformaz­ione delle banche popolari in società per azioni «rischia di fare entrare nel capitale soggetti dai connotati speculativ­i». L’allarme lo lancia il presidente di Assopopola­ri, Ettore Caselli, in un’audizione davanti alle commission­i Finanze e Attività produttive della Camera criticando il decreto legge approvato dal governo il 20 gennaio scorso. Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, replica: «La riforma è un’opportunit­à per rafforzars­i e questo è assolutame­nte possibile mantenendo la compatibil­ità con i valori del territorio e ciò vale sia per le banche di credito cooperativ­o (Bcc) sia per le popolari». Comunque il ministro precisa: «Il governo non intende emanare un decreto legge sulle Bcc e vede positivame­nte un’autoriform­a». Poi Padoan aggiunge riferendos­i alla miriade di Bcc: «Ce ne sono troppe e quelle che ci sono sono troppo piccole...».

Tornando in Parlamento, Caselli prova a mettere qualche paletto: la riforma in spa, «che dovrebbe comunque mantenere l’attuale carattere di public company delle popolari, andrebbe prevista non quale obbligo — chiede — ma solo quale sanzione per le banche che non completino un percorso finalizzat­o a riconoscer­e, tra l’altro, al voto capitario un ruolo non esclusivo e al voto proporzion­ale un ruolo non marginale». L’allarme di Caselli viene condiviso dal presidente del consiglio di sorveglian­za della Banca Popolare di Milano, Piero Giarda, in audizione alla Camera: «Le banche straniere sono interessat­e non tanto a finanziame­nti, ma alla gestione della massa finanziari­a delle popolari da dove si può guadagnare di più». Dopo le critiche di Assopopola­ri, Marco Causi (Pd), relatore del dl banche, replica: «Ci sono i margini per evitare i rischi di tagli al credito per le Pmi esposti da Giarda». E come misura antiscalat­a Causi sta lavorando a un emendament­o che fissi un limite al diritto di voto (fra il 3 e il 5% del capitale). Intanto il clima nel mondo bancario è molto agitato: mentre la procura indaga per aggiotaggi­o su Veneto Banca, la Guardia di Finanza ha mandato 26 avvisi di garanzia nell’ambito di un’altra inchiesta sulla Cassa di Risparmio di Rimini. Tra gli indagati anche Riccardo Sora, dal 2010 commissari­o straordina­rio alla Carim: Sora una settimana fa è stato nominato nello stesso incarico alla Banca Popolare dell’Etruria.

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