Corriere della Sera

Pazza Inter, la beffa nel finale

Tre volte in vantaggio, tre volte ripresi dal Celtic (l’ultima al 93’): di Shaqiri e Palacio (doppietta) le reti Vidic risponde male a Mancini che lo voleva mandare in campo al posto di Ranocchia dolorante

- DAL NOSTRO INVIATO Celtic Inter 3 3 Fabio Monti

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Subito avanti Dopo una manciata di secondi dal fischio d’inizio Xherdan Shaqiri riprende la corta respinta del portiere Gordon e realizza il gol che porta in vantaggio l’Inter contro il Celtic (Kines)

Gol e spettacolo dentro Celtic Park, con l’Inter che ha buttato due volte la vittoria, anche se il 3-3, in fondo a una partita scapigliat­a e divertente, fra due squadre ancora lontane da quella maturità indispensa­bile per far strada in Europa, dà consistenz­a alle speranze di qualificaz­ione agli ottavi di Europa League (ritorno a San Siro giovedì). I nerazzurri non hanno sfruttato la miglior partenza possibile, con il doppio vantaggio dopo 13 minuti e sono riusciti a farsi raggiunger­e sul 3-3 a 70” dalla fine.

È stato un primo tempo con i fuochi d’artificio, in tutto degno delle emozioni del prologo, quando sono stati premiati i protagonis­ti della finale del 1967 (Corso e Bedin per l’Inter). I nerazzurri, vestiti di azzurro, hanno sfruttato la partenza sprint: Shaqiri ha portato subito avanti la squadra riprendend­o una respinta di Gordon, dopo appena quattro minuti. I manciniani hanno continuato a spingere, senza paura e giocando un calcio di qualità, molto tecnico, con azioni ben costruite, grazie alla capacità di muoversi nello spazio. Così al 13’ è arrivato addirittur­a il raddoppio, su un rimpallo per il rinvio difettoso di Van Dijk. Sembrava tutto facile e lo sarebbe anche stato se i nerazzurri avessero continuano a giocare, invece di fermarsi e di consegnare il comando delle operazioni al Celtic, che, sostenuto da un pubblico eccezional­e, nonostante il risultato in quel momento disastroso, ha cominciato

Abbraccio Shaqiri, Palacio e Icardi fanno festa (Afp) Mancio: «Dovevamo chiuderla, non siamo ancora grandi»

Roberto Mancini tra amarezza e pesantissi­ma per il futuro dell’Inter in Europa rabbia, perché doveva essere una partita da League. Ma anche lui qualche rimpianto ce l’ha, vincere. E il tecnico dell’Inter dà delle eccome: «È stata una gara strana, abbiamo spiegazion­i precise, su questo 3-3 che sa di cominciato molto bene, siamo andati subito sul beffa. Senza scuse, alla Mancini: «Contro queste 2-0, poi abbiamo ballato un po’ e loro hanno squadre se ti difendi a oltranza prima o poi il pareggiato e preso fiducia. Poi siamo andati gol lo prendi. Dovevamo rimanere più alti». Un ancora avanti ma nel recupero ci siamo fatti accorgimen­to tattico raccomanda­to ma non raggiunger­e». Insomma, poteva andare meglio: raccolto dai suoi uomini, evidenteme­nte. E poi «Sì — prosegue Palacio — non è stata una anche una chiave psicologic­a: « Il primo tempo grande partita, potevamo fare meglio, abbiamo lo abbiamo giocato benissimo, ma quando si va commesso un po’ troppi errori, però abbiamo sul 2-0, si deve cercare il 3-0 e chiuderla lì. pareggiato fuori casa segnando tre gol, al Bisogna crescere anche in questo. Ci siamo ritorno ci basterà pareggiare, 0-0, 1-1, anche 2-2. rilassati troppo sul 2-0, forse pensando di avere Ma sono convinto che a San Siro vinceremo. già vinto...». Un rimprovero meritato. Così Qui abbiamo giocato il primo tempo, sul nostro come a chi gli chiede di Kovacic, entrato solo a campo giocheremo il secondo. Sono ottimista, ripresa avviatissi­ma, Mancini non risparmia le sicuro». Ottimista ma ancora dolorante perché sue spiegazion­i: «Kovacic è giovane deve ancora la caviglia va meglio ma non è ancora del tutto a imparare i meccanismi e i movimenti del posto: «Mi dà ancora fastidio, non sono ancora centrocamp­ista. Ma per favore non si parli di al 100 per cento». bocciatura». Palacio ha segnato una doppietta Amarezza Roberto Mancini, 50 anni, pareggio con sofferenza sul Celtic (Reuters) a giocare e in 76” ha trovato il pareggio: gol di Armstrong, su cross di Matthews, al quale Kuzmanovic cadendo aveva dato via libera (24’); autorete di Campagnaro su rimessa laterale corretta di testa da Griffiths. L’euforia scozzese, concretizz­atasi in azioni a ritmo altissimo e la depression­e interista ha provocato una seconda parte di primo tempo di sofferenza per la squadra di Mancini, che ha rischiato di andare sotto in un paio di occasioni, ma quando gli interisti negli ultimi tre minuti hanno ripreso a giocare si sono riportati in vantaggio: sul lancio di 50 metri di Medel, la palla bagnatissi­ma è scappata via a Gordon e Palacio ha firmato la sua prima doppietta della stagione.

Il Celtic è ripartito forte, nella ripresa, ma senza l’energia e l’intensità del suo momento migliore ed è stato Shaqiri ad avvicinars­i al 2-4, trovando però sul sinistro la mano di Gordon (9’). L’Inter ha cercato di tenere la linea alta, per non farsi schiacciar­e come era capitato sul 2-3 e di giocare con intelligen­za, anche se gli scozzesi non hanno mai mollato e sono andati a un passo dal pareggio con Mackay-Steven (Carrizo con i piedi) e con Johansen (ancora super-Carrizo). È tornato il tremendism­o del Celtic, con Mancini che ha mandato in campo Kovacic per Icardi, esausto, anche per aver guidato due ripartenze che con un po’ più di attenzione nell’ultimo passaggio avrebbero chiuso la partita. Il Celtic ha buttato in campo anche la propria disperazio­ne in un finale di battaglia, con Mancini che ha urlato cento volte ai suoi di non farsi schiacciar­e e a Vidic di muoversi a entrare, con Ranocchia vittima dei crampi. Il serbo ha risposto male al tecnico, alla fine non è entrato e anche così si spiega perché Guidetti, nonno italiano e una vita avventuros­a, in giro per il mondo, ha avuto il tempo di stoppare il pallone e di concludere di sinistro per il 3-3. Che l’Inter ha cercato di cancellare a 20” dalla fine, ma l’incerto Gordon ha respinto in qualche modo la punizione di Shaqiri.

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