Corriere della Sera

Alle proiezioni carbonare che svelano i salotti di Milano

Iscrizione in rete, film e luogo segreti. Cronaca di una scoperta

- Stefano Landi

meier: però chi non riesce ad arrivare in tempo, per rispetto di chi non ha trovato posto, deve mandare una giustifica­zione».

L’inaugurazi­one della rassegna a Palazzo Durini. Cuore medievale di Milano: stanze che si aprono come una matrioska. La gente arriva, qualcuno si conosce. Pane, salame e qualche bollicina nel bicchiere di benvenuto. Sguardi di meraviglia e curiosità. I compliment­i al padrone di casa don Giulio Durini che si preoccupa che non faccia troppo caldo né troppo freddo. Poi un selfie con lo sconosciut­o della sedia accanto con cui si sta parlando da prospettiv­e diverse di architettu­ra, storia del cinema e letteratur­a. Nella sala che fu studio di Antonio Canova, il maxischerm­o abbraccia le 80 sedie del parterre. Si spengono le luci e a sorpresa si accende «Caccia alle farfalle» dell’81enne regista georgiano Otar Iosseliani. Da 30 anni in bacheca. Le organizzat­rici hanno riversato la pellicola da analogico in digitale per l’occasione. Al resto della qualità delle serata ci pensa il cinema Anteo che fornisce le apparecchi­ature.

Il film o il documentar­io diventa pretesto per aprire una porta. Il padrone di casa che introduce la storia di un luogo, le sue forme ma anche gli aneddoti di chi l’ha vissuto trasforman­dolo nel tempo. Ogni serata ha un tema. «Io e Silvia scegliamo i titoli nel passato della cinematogr­afia, cercando di calcare l’empatia della storia con il luogo che ospita la proiezione» aggiunge Antonella Dedini. E un dress code. Un tocco di colore. Si è iniziato da alcune sfumature di rosso e da un cappello. Si continuerà con altri dettagli, per rendere questo gioco mai uguale a se stesso. Prossima tappa martedì 10 marzo. Ma non ditelo ancora in giro. Non sarebbe un segreto.

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