Alle proiezioni carbonare che svelano i salotti di Milano
Iscrizione in rete, film e luogo segreti. Cronaca di una scoperta
meier: però chi non riesce ad arrivare in tempo, per rispetto di chi non ha trovato posto, deve mandare una giustificazione».
L’inaugurazione della rassegna a Palazzo Durini. Cuore medievale di Milano: stanze che si aprono come una matrioska. La gente arriva, qualcuno si conosce. Pane, salame e qualche bollicina nel bicchiere di benvenuto. Sguardi di meraviglia e curiosità. I complimenti al padrone di casa don Giulio Durini che si preoccupa che non faccia troppo caldo né troppo freddo. Poi un selfie con lo sconosciuto della sedia accanto con cui si sta parlando da prospettive diverse di architettura, storia del cinema e letteratura. Nella sala che fu studio di Antonio Canova, il maxischermo abbraccia le 80 sedie del parterre. Si spengono le luci e a sorpresa si accende «Caccia alle farfalle» dell’81enne regista georgiano Otar Iosseliani. Da 30 anni in bacheca. Le organizzatrici hanno riversato la pellicola da analogico in digitale per l’occasione. Al resto della qualità delle serata ci pensa il cinema Anteo che fornisce le apparecchiature.
Il film o il documentario diventa pretesto per aprire una porta. Il padrone di casa che introduce la storia di un luogo, le sue forme ma anche gli aneddoti di chi l’ha vissuto trasformandolo nel tempo. Ogni serata ha un tema. «Io e Silvia scegliamo i titoli nel passato della cinematografia, cercando di calcare l’empatia della storia con il luogo che ospita la proiezione» aggiunge Antonella Dedini. E un dress code. Un tocco di colore. Si è iniziato da alcune sfumature di rosso e da un cappello. Si continuerà con altri dettagli, per rendere questo gioco mai uguale a se stesso. Prossima tappa martedì 10 marzo. Ma non ditelo ancora in giro. Non sarebbe un segreto.