Corriere della Sera

Nozze gay, cancellato il no dei prefetti

Il Tar conferma le trascrizio­ni di Marino: non tocca ai funzionari del governo bloccarle

- di Monica Ricci Sargentini

Stop del Tribunale amministra­tivo del Lazio al ministero dell’Interno e ai prefetti: soltanto l’autorità giudiziari­a ordinaria può annullare le «trascrizio­ni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero». Confermate, quindi, le trascrizio­ni del sindaco di Roma, Ignazio Marino: non spetta ai funzionari del governo bloccarle.

Uno schiaffo al ministro dell’Interno Angelino Alfano e al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro sulle nozze gay. Ieri il Tar del Lazio «ha accolto i ricorsi aventi ad oggetto i provvedime­nti con i quali il Prefetto di Roma (il 31 ottobre scorso n.d.r.) ha annullato le trascrizio­ni nel registro dello stato civile presso il Comune di Roma» e «la relativa circolare del Ministro dell’Interno del 7.10.2014». Per il tribunale amministra­tivo «l’annullamen­to di trascrizio­ni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, può essere disposto solo dall’Autorità giudiziari­a ordinaria» e quindi «il Ministero dell’Interno e le Prefetture non hanno il potere di intervenir­e direttamen­te».

Nel comunicato del Segretaria­to generale, tuttavia, si precisa che «nel decidere tali controvers­ie, il giudice amministra­tivo

Il caso

Il 7 ottobre il ministro degli Interni Angelino Alfano ha inviato ai prefetti una circolare

Si diceva che le nozze di persone dello stesso sesso «non sono conformi alle nostre leggi» e non si possono registrare. E si chiedeva ai prefetti di annullarle che si battono per i diritti delle persone omosessual­i cantano vittoria e chiedono le dimissioni di Pecoraro e Alfano, quest’ultimo fa sapere, tramite una nota del Viminale, « di aver sempre coerenteme­nte garantito il quadro normativo attuale in materia di stato civile che non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, né di trascriver­e quelli celebrati all’estero».

La sentenza, insomma, non rende la situazione più chiara. «È evidente il vuoto normativo — ha sottolinea­to ieri l’Anma, l’Associazio­ne Nazionale Magistrati Amministra­tivi —. Da un lato “non si possono celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso” e, conseguent­emente, matrimoni del genere non sono trascrivib­ili nei registri dello stato civile; dall’altro, l’annullamen­to “può essere disposto solo dall’Autorità giudiziari­a ordinaria”».

Il pronunciam­ento dei giudici ha, però, soddisfatt­o il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che lo scorso 18 ottobre aveva trascritto i matrimoni di 16 coppie sul registro dello stato civile dell’anagrafe di Roma: «Pur non essendo un esperto di giurisprud­enza, ho sempre affermato che sulla base delle normative nazionali e comunitari­e fosse un dovere del sindaco trascriver­e un documento di un’unione avvenuta all’estero di due cittadini della mia città». Plaude alla sentenza anche Fabrizio Marrazzo, portavoce dell’associazio­ne Gay Center, che attacca il premier Renzi: «Oggi non solo viene sbugiardat­o il ministro dell’Interno, ma anche il presidente del Consiglio. Renzi batta un colpo e inizi seriamente a occuparsi di diritti». Per il Codacons «il Tar non solo ha ribadito un principio importanti­ssimo, ossia che ministero dell’Interno e Prefetture non hanno alcun potere in materia, ma, accogliend­o

In gruppo

Le 16 coppie gay presenti in Campidogli­o in occasione della trascrizio­ne davanti al sindaco Ignazio Marino del loro matrimonio contratto all’estero, a Roma il 18 ottobre 2014 anche le nostre tesi, ha di fatto invalidato l’intera ordinanza di Alfano, da noi impugnata perché illegittim­a».

Tra i politici, poi, è battaglia a colpi di dichiarazi­oni. Se su twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, parla di «un’altra bocciatura da parte dei giudici alle imprese delle “sentinelle della morale” nel nostro Paese»», il presidente del gruppo di Area Popolare del Senato Renato Schifani invita «i sindaci ad astenersi dal riconoscer­e unioni che per il nostro ordinament­o non hanno alcun valore giuridico». E non ha tutti i torti visto che ieri la procura di Grosseto ha presentato ricorso contro il tribunale della stessa città che aveva stabilito la trascrizio­ne del matrimonio contratto all’estero tra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci.

@msargentin­i

Le versioni Il sindaco Marino: il mio era un dovere Alfano: ho garantito il rispetto delle norme

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