La Juve vola a più 11 Lazio al terzo posto
alle pagine 50 e 51
La domanda è questa: se Antonio Conte era sicuro che questa squadra potesse avere con lui 20 punti di vantaggio sulla Roma, perché non è rimasto? Certo la Juventus del marzo 2015, al di là dei punti di vantaggio, si presenza con atteggiamenti e imbarazzi antichi. Si intravedono crepe nella sicurezza, fioccano gli errori, ci sono momenti di smarrimento. A parziale attenuante, l’assenza di uno sfidante credibile che azzanni le caviglie e costringa a evitare barocchismi e individualismo alzando il ritmo (e quindi la fatica). Quindi, paradossalmente, dell’annebbiamento bianconero è responsabile anche un po’ la Roma. Però il calcio è bello perché è imprevedibile e mentre la partita con il Sassuolo scivola verso lo 0-0, Pepe innesca uno scostante Paul Pogba che emerge da una prova anonima, uno dei suoi gol antologici. E così i punti di vantaggio diventano 11, tanti, comunque.
La Juventus che subisce da quattro partite di campionato, più quella di Champions e quella di Coppa Italia, resta illibata. Non migliora l’infermeria: solo posti in piedi. Gigi Buffon marca visita per l’influenza. Non c’è Coman reduce dalla botta presa da Kurtic (Fiorentina), per Caceres la stagione è finita e in corso d’opera con il Sassuolo si fa male pure Morata. Llorente si scalda ma il connazionale resta attaccato alla gara. In generale c’è un atteggiamento un po’ timoroso per l’errore sempre in agguato. Ma anche davanti mancano chiarezza e idee. Ovviamente ci sono anche gli avversari, ben sistemati in campo, aggressivi quello che basta, specialmente da dove parte il gioco bianconero, dai difensori, nel momento della rimessa del portiere. E poi i ragazzi con una spolverata di bianconero nel contratto, Zaza e Berardi sono pronti a colpire. Le difficoltà bianconere sono evidenti. Il primo tiro in porta (il secondo in assoluto, Tevez ha tentato un sinistro alto) è di Marchisio, una sassata centrale dopo 35 minuti, Consigli sventa di pugno. Nel finale di primo tempo c’è qualche segno di vitalità bianconera, ma poco oltre la soglia di sopravvivenza.
L’avvio del secondo tempo (con la curva Sud in sciopero del tifo contro le Forze dell’ordine che avrebbero sequestrato striscioni e altro «materiale») è più voglioso. Consigli salva su Pogba, la Juventus si avvicina al gol, ma le manca qualcosa. Le manca la cattiveria, quella spietatezza che le ha permesso di chiudere tante partite. Allegri decide di lanciare nella sfida, che sta nuovamente scendendo di intensità, Llorente e Pepe. Visto che con il gioco non si passa, l’intenzione è quella di una conquista all’inglese old style, palla lunga e vediamo se di testa o in mischia va. Non va. Anche perché molti pezzi da 90 della Juve hanno le quotazioni in ribasso, Paul Pogba su tutti: nervoso, ammonito, salterà Palermo. Però, da questa gara scorbutica estrae, su assist perfetto di Pepe, un controllo-tiro che vale l’1-0 richiesto da Allegri alla vigilia e, molto probabilmente, lo scudetto senza Conte.
Pogba/1 Io uomo scudetto? No, è sempre la squadra che vince Pogba/2 Devo ancora crescere tanto. Come? Col lavoro