Corriere della Sera

Quello che Atene non vuole capire

- Di Danilo Taino

Due cose, la Grecia, non può fare. Una è il continuo rinvio delle riforme; l’altra è pretendere che gli altri 18 membri dell’Eurozona cambino politica.

Nessuno vuole la Grecia fuori dall’euro. Al di là delle possibili ripercussi­oni di mercato e finanziari­e di un evento del genere, le conseguenz­e politiche sarebbero pesanti. L’intero progetto europeo verrebbe scosso: questa non sarebbe necessaria­mente una cosa cattiva, la Ue ha bisogno di ripensare se stessa; avverrebbe però sull’onda di una «espulsione» che provochere­bbe risentimen­ti nazionali e politici in tutto il continente, sarebbe l’apertura di conflitti dagli esiti non prevedibil­i.

In più, c’è la situazione politica internazio­nale. Angela Merkel — che ieri da Tokyo, in qualità di presidente di turno del G7, ha parlato ai giapponesi di come la Germania ha fatto i conti con il passato nazista — sostiene che oggi la sfida maggiore per l’Europa è quella portata dalla Russia di Putin in Ucraina. Un fronte di crisi interno alla Ue sul caso greco avrebbe l’effetto di disunire gli europei proprio quando hanno bisogno di mostrarsi uniti di fronte a Mosca. E poi c’è il fatto che i greci non meritano di pagare ulteriorme­nte l’irresponsa­bilità della loro classe dirigente che, dietro l’assistenzi­alismo, ha profittato di uno Stato lottizzato, clientelar­e e corrotto. Il nuovo governo guidato da Tsipras è legittimat­o dalle elezioni vinte a introdurre riforme radicali in Grecia. Due cose, però, non può fare. Una è il continuo rinvio di queste riforme: ancora ieri, i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo hanno sottolinea­to che le proposte di Atene sono insufficie­nti per un progetto condiviso, sono generiche, poco dettagliat­e. Non chiariscon­o ad esempio cosa intenda fare il governo ellenico in fatto di mercato del lavoro e privatizza­zioni, aspetti ritenuti chiave per riportare la Grecia su una strada non solo di crescita ma di ricostruzi­one. L’altra cosa che Atene non può fare è pretendere che gli altri 18 membri dell’Eurozona cambino politica se non vogliono: sempliceme­nte, non lo faranno. I tempi sono stretti, passare alla fase in cui si fa sul serio è urgente. L’alternativ­a è pessima.

@danilotain­o

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