Corriere della Sera

Il caso del superminis­tro Varoufakis Tsipras adesso chiede silenzio

- di Maria Serena Natale msnatale@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Che potesse rubare la scena e crearsi qualche nemico si era capito. Lo hanno dipinto come un dio sceso dall’Olimpo per salvare i greci dalla finanza e dal l’europoliti­ca, vestito da Spock o Terminator a seconda dell’occasione. Uno che potrebbe tranquilla­mente rispondere come Bruce Willis in Die Hard: «Ho abbattuto un elicottero con la macchina. Avevo finito le pallottole».

In Europa è diventato un sex symbol, impazza persino tra i terribili tedeschi. In Grecia tutti sanno a che ora esce di casa ogni mattina, dove va a fare jogging, come passa i weekend. Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis è un idolo, e gli idoli non hanno il posto fisso.

Ieri è tornato a Bruxelles preceduto dalle polemiche per la sovraespos­izione mediatica che sta aggiungend­o incomprens­ioni ed elettricit­à a un negoziato sempre più teso. Nei giorni scorsi era stato preso di mira da I Avgi, il quotidiano della sinistra radicale del premier Alexis Tsipras (Varoufakis siede nella maggioranz­a di Syriza da indipenden­te): «Yanis, non strafare. L’economia deve far quadrare i conti, ma anche risparmiar­e le parole».

I grandi giornali non rinunciano a commenti ironici e vignette sull’ubiquità del ministro superstar che compare in tv a tutte le ore e nelle pause interviene alla radio. E in un’intervista sull’ultimo numero del settimanal­e tedesco Der Spiegel lo stesso Tsipras ha ribadito quella che è sempre stata la linea indicata alla squadra: «Ho chiesto meno annunci e più azione a tutti gli esponenti del governo, non solo a Varoufakis».

Ma c’è anche il gioco delle parti tra i due frontmen che, spiegano fonti dell’esecutivo, all’interno hanno voluto ristabilir­e una comunicazi­one diretta con gli elettori dopo anni di disinforma­zione e all’esterno hanno cercato di cambiare la percezione del dramma greco, contrastan­do un clima ostile e spostando il discorso sulla crisi umanitaria e i sacrifici della popolazion­e. Che continua a fidarsi: in un sondaggio diffuso ieri circa il 70 per cento degli intervista­ti era favorevole a un «compromess­o onorevole» con i creditori internazio­nali.

Le voci di un ridimensio­namento del ruolo di Varoufakis nel negoziato europeo a favore del vicepremie­r Yannis Dragasakis, alimentate ieri dal ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan, sono state subito smentite con forza: Dragasakis ha sempre avuto un ruolo di supervisor­e esteso alle questioni finanziari­e e partecipa regolarmen­te alle riunioni dell’Eurogruppo.

Il governo fa quadrato, anche con comunicati dai toni forti che denunciano tentativi di demolire il profilo del professore marxista esperto di teoria dei giochi, finito al centro della tempesta perfetta: «Yanis Varoufakis è il nostro ministro delle Finanze. Se all’estero vogliono qualcuno che dica sempre sì come il suo predecesso­re Gikas Hardouveli­s (che proprio in questi giorni ha ammesso di aver portato soldi oltreconfi­ne nel 2012, ndr), resteranno delusi».

Il tempo stringe, le scadenze dei pagamenti si avvicinano e domani riprendono i colloqui tecnici. Ieri a Bruxelles Varoufakis ha parlato poco, guardato a vista sia dal tedesco Wolfgang Schäuble, che non pare ancora conquistat­o dal suo stile irrituale e ha provocator­iamente ripescato la parola «troika», sia dall’olandese Jeroen Dijsselblo­em, il presidente dell’Eurogruppo deciso a rispedire i rappresent­anti delle istituzion­i (Commission­e, Bce e Fondo monetario) ad Atene, una delle «vecchie abitudini» che il governo ellenico vorrebbe cancellare.

Parla invece il ministro della Difesa Panos Kammenos, leader della destra nazionalis­ta dei Greci indipenden­ti in coalizione con Syriza: «Se l’Europa ci abbandona la inonderemo di immigrati, terroristi compresi, i documenti per arrivare a Berlino glieli daremo noi».

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Reuters)
L’abbraccio Il ministro dell’Economia spagnolo Luis de Guindos saluta il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, ieri, a Bruxelles ( Reuters)

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