Corriere della Sera

Bivio sulle nomine, la Rai sul tavolo del Nazareno

Il premier aperto a tutte le ipotesi. Convocati al partito i parlamenta­ri della Vigilanza

- Paolo Conti

Matteo Renzi accelera sulla Rai più del previsto. L’appuntamen­to per la prima discussion­e ufficiale in Consiglio dei ministri è fissata per dopodomani, giovedì 12 marzo. Non c’è ancora un testo pronto per un disegno di legge del governo. Di certo non si arriverà al decreto legge.

Renzi punta a una governance chiara, un amministra­tore delegato o un direttore generale che sia messo nelle condizioni di decidere saltando i tanti poteri di veto possibili oggi a viale Mazzini. Il modello, a ben guardare, sta già nella storia della Rai: l’esperienza di Ettore Bernabei che, ai tempi, aveva sia la titolarità delle scelte editoriali che di quelle economiche. Un intellettu­ale- manager che riporti la Rai al suo compito di grande macchina produttric­e di cultura e di informazio­ne. Impossibil­e, per ora, anticipare se il nuovo «uomo forte» di viale Mazzini dipenderà da un Consiglio di amministra­zione ridotto da nove a cinque membri o se si arriverà al «sistema duale», un organo di indirizzo e un organo di gestione. Sembra tramontata l’idea di una Fondazione alla quale trasmetter­e le azioni della Rai ora nelle mani del ministero dell’Economia: l’operazione comportere­bbe molto tempo, sicurament­e superiore alla scadenza dell’attuale Consiglio di amministra­zione che concluderà il suo mandato a luglio.

Per oggi Renzi ha convocato al Nazareno (così come ha deciso di fare per la scuola: e l’accoppiame­nto istruzione- Tv pubblica nello stesso giorno ha un esplicito significat­o) i parlamenta­ri della commission­e di Vigilanza Rai. Vuole ascoltarne del governo siano superate».

Gianni Cuperlo, di Sinistra dem, ha però lanciato un ultimo appello al premier, con una lettera aperta: «Il segretario trovi il coraggio di rimettere ai parlamenta­ri la possibilit­à di apportare i cambiament­i necessari alla riforma costituzio­nale nella terza lettura al Senato». Cuperlo contesta contenuti e modi: «Prima i parlamenta­ri dovevano obbedire al Patto del Nazareno, sottoscrit­to fuori dal Parlamento. Ora devono obbedire in ossequio a un patto che non c’è più». Replica Guerini: «Ormai la linea è tracciata, il Senato dovrà concentrar­si sui punti che sono stati modificati alla Camera».

Tra i più duri oppositori al le opinioni dopo aver registrato informalme­nte i pareri di molti esperti del settore. A differenza di quanto prevede il disegno di legge presentato dal Movimento 5 Stelle, Renzi non vorrebbe cancellare del tutto il ruolo della Vigilanza, pur rivedendol­o radicalmen­te (nessun potere di nomina dei vertici, differenza sostanzial­e rispetto alla legge Gasparri).

Ma il vero punto, per Renzi, è arrivare all’amministra­tore delegato plenipoten­ziario. In quanto alla fonte di nomina, questione che il presidente del Consiglio ritiene ancora aperta a qualsiasi soluzione, sono in tanti a ricordargl­i il passaggio della sentenza 225 del 1974 della Corte Costituzio­nale sulla Rai: «…. si debba prevedere che gli organi direttivi dell’ente gestore (si tratti di ente pubblico o di concession­ario privato purché appartenen­te alla mano pubblica) non siano costituiti in modo da rappresent­are direttamen­te o indirettam­ente espression­e, esclusiva o prepondera­nte,

A Palazzo

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel cortile di Palazzo Chigi con Graziano Delrio, sottosegre­tario alla presidenza, uno dei più stretti collaborat­ori del premier i consiglier­i di amministra­zione della Rai Tv attualment­e in carica, nominati dalla commission­e parlamenta­re di vigilanza i consiglier­i di amministra­zione della Rai Tv scelti attraverso l’esame dei curriculum secondo la proposta di riforma del M5S del potere esecutivo e che la loro struttura sia tale da garantirne l’obiettivit­à»

Lo ricorda a Renzi anche il Movimento 5 Stelle (interlocut­ore privilegia­to del Pd e del capo del governo nella riforma Rai) che boccia sulla pagina ufficiale Facebook l’idea di un manager espresso direttamen­te da palazzo Chigi: «È mai possibile che l’ex sindaco di Firenze voglia un amministra­tore delegato plenipoten­ziario nominato direttamen­te dal governo? Nooooo! Sarebbe in contraddiz­ione con tutto quanto il premier ha già detto al grido di “fuori i partiti dalla Rai”. La nostra proposta è no al governo dentro la Rai, no ai partiti dentro la Rai, sì a tecnici preparati scelti per il loro curriculum». Maurizio Gasparri, Forza Italia, avverte: «In Parlamento le mire egemoniche e le bramosie lottizzato­rie del renzismo saranno bloccate sulla base delle sentenze della Consulta».

L’«uomo forte» L’idea è di avere un intellettu­ale manager in grado di decidere saltando i poteri di veto

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