Bivio sulle nomine, la Rai sul tavolo del Nazareno
Il premier aperto a tutte le ipotesi. Convocati al partito i parlamentari della Vigilanza
Matteo Renzi accelera sulla Rai più del previsto. L’appuntamento per la prima discussione ufficiale in Consiglio dei ministri è fissata per dopodomani, giovedì 12 marzo. Non c’è ancora un testo pronto per un disegno di legge del governo. Di certo non si arriverà al decreto legge.
Renzi punta a una governance chiara, un amministratore delegato o un direttore generale che sia messo nelle condizioni di decidere saltando i tanti poteri di veto possibili oggi a viale Mazzini. Il modello, a ben guardare, sta già nella storia della Rai: l’esperienza di Ettore Bernabei che, ai tempi, aveva sia la titolarità delle scelte editoriali che di quelle economiche. Un intellettuale- manager che riporti la Rai al suo compito di grande macchina produttrice di cultura e di informazione. Impossibile, per ora, anticipare se il nuovo «uomo forte» di viale Mazzini dipenderà da un Consiglio di amministrazione ridotto da nove a cinque membri o se si arriverà al «sistema duale», un organo di indirizzo e un organo di gestione. Sembra tramontata l’idea di una Fondazione alla quale trasmettere le azioni della Rai ora nelle mani del ministero dell’Economia: l’operazione comporterebbe molto tempo, sicuramente superiore alla scadenza dell’attuale Consiglio di amministrazione che concluderà il suo mandato a luglio.
Per oggi Renzi ha convocato al Nazareno (così come ha deciso di fare per la scuola: e l’accoppiamento istruzione- Tv pubblica nello stesso giorno ha un esplicito significato) i parlamentari della commissione di Vigilanza Rai. Vuole ascoltarne del governo siano superate».
Gianni Cuperlo, di Sinistra dem, ha però lanciato un ultimo appello al premier, con una lettera aperta: «Il segretario trovi il coraggio di rimettere ai parlamentari la possibilità di apportare i cambiamenti necessari alla riforma costituzionale nella terza lettura al Senato». Cuperlo contesta contenuti e modi: «Prima i parlamentari dovevano obbedire al Patto del Nazareno, sottoscritto fuori dal Parlamento. Ora devono obbedire in ossequio a un patto che non c’è più». Replica Guerini: «Ormai la linea è tracciata, il Senato dovrà concentrarsi sui punti che sono stati modificati alla Camera».
Tra i più duri oppositori al le opinioni dopo aver registrato informalmente i pareri di molti esperti del settore. A differenza di quanto prevede il disegno di legge presentato dal Movimento 5 Stelle, Renzi non vorrebbe cancellare del tutto il ruolo della Vigilanza, pur rivedendolo radicalmente (nessun potere di nomina dei vertici, differenza sostanziale rispetto alla legge Gasparri).
Ma il vero punto, per Renzi, è arrivare all’amministratore delegato plenipotenziario. In quanto alla fonte di nomina, questione che il presidente del Consiglio ritiene ancora aperta a qualsiasi soluzione, sono in tanti a ricordargli il passaggio della sentenza 225 del 1974 della Corte Costituzionale sulla Rai: «…. si debba prevedere che gli organi direttivi dell’ente gestore (si tratti di ente pubblico o di concessionario privato purché appartenente alla mano pubblica) non siano costituiti in modo da rappresentare direttamente o indirettamente espressione, esclusiva o preponderante,
A Palazzo
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel cortile di Palazzo Chigi con Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza, uno dei più stretti collaboratori del premier i consiglieri di amministrazione della Rai Tv attualmente in carica, nominati dalla commissione parlamentare di vigilanza i consiglieri di amministrazione della Rai Tv scelti attraverso l’esame dei curriculum secondo la proposta di riforma del M5S del potere esecutivo e che la loro struttura sia tale da garantirne l’obiettività»
Lo ricorda a Renzi anche il Movimento 5 Stelle (interlocutore privilegiato del Pd e del capo del governo nella riforma Rai) che boccia sulla pagina ufficiale Facebook l’idea di un manager espresso direttamente da palazzo Chigi: «È mai possibile che l’ex sindaco di Firenze voglia un amministratore delegato plenipotenziario nominato direttamente dal governo? Nooooo! Sarebbe in contraddizione con tutto quanto il premier ha già detto al grido di “fuori i partiti dalla Rai”. La nostra proposta è no al governo dentro la Rai, no ai partiti dentro la Rai, sì a tecnici preparati scelti per il loro curriculum». Maurizio Gasparri, Forza Italia, avverte: «In Parlamento le mire egemoniche e le bramosie lottizzatorie del renzismo saranno bloccate sulla base delle sentenze della Consulta».
L’«uomo forte» L’idea è di avere un intellettuale manager in grado di decidere saltando i poteri di veto