Corriere della Sera

Tosi: io non cedo, potrei correre La Lega tenta l’ultima mediazione

Spostato a oggi il verdetto finale. Il ribelle: Bossi unico a capirci qualcosa

- Marco Cremonesi

La proroga. Poche ore appena, quelle necessarie all’ultimissim­o tentativo di mediazione: l’ultimatum definitivo scade alle 14 di oggi. Poi, se Flavio Tosi non lascerà la sua creatura, la fondazione «Ricostruia­mo il paese», sarà fuori dalla Lega.

In realtà, il termine massimo è già scaduto alla passata mezzanotte. Ieri, il sindaco di Verona ha espresso tutta la sua amarezza per le lacerazion­i. Ma ha anche detto che lui, il passo indietro, non lo può fare: «Resto coerenteme­nte all’interno della mia fondazione, e resto coerenteme­nte leghista. Poi, se la Lega deciderà di allontanar­mi, sarà una scelta scorretta e sleale nei miei confronti. Però, io spero sempre che le cose possano ricomporsi». La grande domanda resta quella delle ultime settimane: si candiderà o meno contro il candidato ufficiale del suo partito, il governator­e uscente Luca Zaia? «Potrei ritirarmi a vita privata, tornare a fare il programmat­ore elettronic­o, andare a curare l’orto, andare in seminario oppure, in ultimissim­a istanza, candidarmi a governator­e».

Più o meno nelle stesse ore, nel quartier generale della Lega di via Bellerio, a Milano, si riuniva il comitato di garanzia del partito. L’organo presieduto da Umberto Bossi che deve decidere, tra l’altro, sulle espulsioni. Tosi avrebbe dovuto esserci in una strana veste: quella del segretario della «Nazione» (regione) in cui è tesserato il militante che rischia l’espulsione. Peccato che, in questo caso, il militante sia proprio lui. Anche se, nel tentativo di scansare ricorsi e futuri problemi magari legali, il provvedime­nto per Tosi non sarà l’espulsione ma la cancellazi­one dalle liste dei militanti. Differenze per avvocati.

La situazione è comunque ormai al limite: neppure Matteo Salvini si è lasciato sfuggire una sola parola sull’argomento. Il segretario leghista ha però visto, e a lungo, Luca Zaia e gli ha tra l’altro promesso che sabato sarà con lui nel padovano. Secondo i commentato­ri interni al partito, il tentativo di recuperare la situazione potrebbe essere stato affidato proprio al governator­e, anche se lui e Tosi sono antagonist­i storici. Durante la riunione, a prendere le parti di Tosi sarebbe stato solo Umberto Bossi. Che non ha mai amato il sindaco di Verona. Ma ritiene che la sua uscita inneschere­bbe una divisione dagli esiti funesti. Tra l’altro, i sostenitor­i di Tosi hanno già annunciato una manifestaz­ione a Verona per il 17 marzo. Titolo, l’hashtag #siamoconto­si che va diffondend­osi sulla Rete.

Lui, il sindaco, deve aver saputo della difesa bossiana. Perché — riferisce chi lo ha ascoltato — ieri ha tributato al fondatore il suo riconoscim­ento: «Anche se ha prevalso la linea forcaiola, Bossi e l’unico che ancora ci capisca qualcosa. E nonostante mi abbia sempre dato addosso, è l’unico che mi abbia difeso. Anzi, l’unico che abbia fatto qualche proposta per superare la situazione».

E, in effetti, il «lodo Bossi» ad oggi sembra l’unica proposta in campo: e cioé, che Tosi e Zaia facciano le liste insieme. La giornata ha avuto un momento di tregua, un po’ zuccherino, quando il sindaco di Verona ha fatto gli auguri via radio («Un giorno da pecora») a Salvini, che ieri ha compiuto 42 anni. Risposta del segretario: «Sono contento di sentire questi auguri, Flavio è stato dolce e le questione personali vanno al di là di quelle politiche, l’importante è essere amici».

In Comune

Il sindaco di Verona Flavio Tosi nel suo ufficio nel palazzo di piazza Bra mantiene il controllo della macchina amministra­tiva mentre studia le prossime mosse nella partita per le Regionali venete che lo contrappon­e ai vertici della Lega

Il tentativo Ieri lungo incontro tra Salvini e Zaia: potrebbe toccare al governator­e la mossa pacificatr­ice

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