«Sentenza importante, ma resta il vuoto di legge»
La costituzionalista Pezzini: il paradosso delle coppie formate da un coniuge e un celibe
ha eseguito una ricognizione della normativa comunitaria e nazionale e della giurisprudenza costituzionale e di legittimità, giungendo ad affermare che l’attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili».
Un colpo al cerchio e uno alla botte. Da una parte i giudici hanno dichiarato l’incompetenza di Alfano e Pecoraro in materia ma dall’altra affermano che i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti oltreconfine non possono essere considerati validi in Italia.
E, infatti, se le associazioni
«Le trascrizioni rimangono valide finché non c’è un giudice a dire il contrario: il Tar ha riconosciuto che l’intervento del ministro dell’Interno era profondamente sbagliato». Barbara Pezzini, costituzionalista e direttrice del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bergamo, definisce «molto importante» la sentenza del Tar del Lazio che ha dichiarato illegittimo l’atto con cui il prefetto (su ordine del ministro Angelino Alfano) aveva annullato le trascrizioni delle nozze di due coppie gay romane celebrate all’estero.
Adesso cosa succede agli altri matrimoni trascritti?
«Per capirlo bisognerà attendere le motivazioni della sentenza. Il ricorso di Roma era sia contro l’annullamento specifico che contro la circolare. Se il Tar ha accettato entrambi,
Le scelte Non si può pensare che siano le singole città a decidere sul tema
allora anche le altre nozze rimangono trascritte».
Il Tar scrive anche che la legge attuale «non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso» che quindi «non sono trascrivibili». Eppure il 17 febbraio il Tribunale di Grosseto ha stabilito il contrario: perché?
«Il Tar condivide l’interpretazione data anche dalla Cassazione; il tribunale di Grosseto ne propone una diversa, motivandola seriamente: riconosce cioè l’atto di nozze ma non il rapporto. Certifica che all’estero queste persone hanno acquisito lo status di coniugi, ma lo lascia “sospeso” in Italia».
Quali saranno adesso gli sviluppi? I sindaci continueranno a trascrivere le nozze?
«La battaglia politica dei sindaci ha il merito di testimoniare il grave ritardo della politica nazionale sulla tutela delle coppie gay, ma forza il ruolo in virtù del quale agiscono: come responsabili dell’anagrafe, infatti, non sono rappresentanti politici della comunità locale, ma ufficiali del governo. Da questo punto di vista la soluzione non può essere cercata nella loro battaglia, anche perché non si può immaginare uno stato civile a macchia di leopardo. La cosa migliore è che tutto questo richiami alle loro responsabilità il ministro dell’Interno e il legislatore».
Intanto ieri l’Italia, in un documento che il governo presenterà al Consiglio dei Diritti Umani entro il 27 marzo, si è impegnata con le Nazioni Unite a riconoscere le unioni civili e il matrimonio tra coppie dello stesso sesso. Se verranno approvati cosa succederà alle trascrizioni?
La norma
L’Italia è uno dei pochi Paesi europei (9 su 27) che non prevede alcuna tutela per le coppie dello stesso sesso
Negli ultimi anni molte di queste si sono sposate all’estero e hanno chiesto all’anagrafe italiana di registrare l’atto
« Di annunci ne abbiamo sentiti troppi e questo spiega anche l’attivismo dei sindaci, che pure non convince sul piano costituzionale... Le nozze ovviamente risolverebbero la questione. Le unioni civili invece non sarebbero una risposta diretta, ma aprirebbero alla possibilità di una “traduzione” dei matrimoni esteri in unioni civili in Italia».
Oggi senza le trascrizioni le coppie gay binazionali vivono un doppio status: uno dei due coniugi, per esempio francese, risulta sposato con l’altro (italiano) che però è celibe...
«Sì, è la prova che la pretesa degli Stati di definire il diritto di famiglia esclusivamente in base alle proprie tradizioni finisce in paradossi francamente poco spiegabili».