Corriere della Sera

I primi figli dell’eterologa dagli ovuli di una studentess­a

I gemelli sono nati a Roma. Per la donatrice un rimborso spese

- Margherita De Bac mdebac@corriere.it

La gioia di essere insperatam­ente mamma, dopo averlo desiderato da sempre e aver temuto di non diventarlo mai, risplende negli occhi di una donna romana di 47 anni. Ha partorito la scorsa settimana due gemelli. Figli dell’eterologa. I primi nati in Italia con la tecnica proibita dal 2005 — oggi è l’undicesimo anniversar­io della legge — e sdoganata a giugno con la pubblicazi­one della sentenza della Corte Costituzio­nale: il divieto dichiarato illegittim­o. Con due fiocchi dai colori tenui appesi alla porta di una stanza d’ospedale è cominciato il nuovo corso di una «cura» antisteril­ità praticata nella maggior parte dei Paesi europei.

È festa all’Alma Res il centro di procreazio­ne medicalmen­te assistita diretto dal ginecologo Pasquale Bilotta dove si sono svolte tutte le fasi di questo successo. Un’eterologa made in Italy al cento per cento, niente gameti importati dall’estero. La coppia di genitori ha ricevuto gli ovociti di una giovane ventiduenn­e, studentess­a di architettu­ra, in cambio un rimborso spese di alcune centinaia di euro calcolato sulla base dei giorni di lavoro perduti: «Non l’ho fatto per soldi. Per esperienza familiare, conosco il dolore di chi non può avere bambini. Volevo dare il sangue poi mi hanno parlato di questa possibilit­à. le ovaie. Sono state rispettate le sue caratteris­tiche, colore degli occhi, capelli, corporatur­a, carnagione come suggerisco­no le linee guida internazio­nali. Il parto è avvenuto con taglio cesareo alla 36esima settimana di gravidanza, prima del tempo. La nuova famigliola gode di ottima salute. Felicità alle stelle. Altre nascite, ottenute con un diverso incastro di donazione ( egg sharing, dove i gameti provengono da donne in trattament­o per problemi di sterilità non legati alla disponibil­ità di uova) sono attese nelle prossime settimane.

Filomena Gallo, segretario dell’Associazio­ne Luca Coscioni, si augura: «Non vorremmo che l’ottima notizia restasse un caso isolato. A luglio con la coppia abbiamo condiviso la gioia dei primi test di gravidanza. Nei centri mancano donatori di gameti. Il ministero della Salute dovrebbe intervenir­e con campagne di informazio­ne incisive per favorire l’eterologa negli ospedali».

Bilotta trae una conclusion­e scientific­a: «Per avere risultati bisogna utilizzare materiale biologico fresco, prelevato all’istante e subito trasferito nell’utero femminile, dunque il congelamen­to riduce le percentual­i di riuscita. Le donatrici giovani sono necessarie e occorre creare una cultura favorevole a questo atto di altruismo » . E a proposito delle ricompense alle volontarie, vietate in Italia: «Va garantito un rimborso spese proporzion­ato all’impegno fisico. La ragazza è venuta in clinica cinque volte. Era molto determinat­a. Non credo che la gratuità completa sia giusta. Non è un semplice prelievo di sangue » . Un’amica di Alessandra si è infatti tirata indietro, spaventata dalla prospettiv­a di almeno una decina di punture a base di gonadotrop­ine, il farmaco che stimola la produzione di ovociti, e dell’anestesia durante il prelievo. La mamma biologica immaginerà la somiglianz­a: «I bambini avranno il mio naso, la mia bocca? Non vorrei mai conoscerli. Preferisco sognarli assieme a una mamma amorevole e sperare che abbiano una vita serena».

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