Corriere della Sera

«Più insegnanti e scuole aperte di pomeriggio»

- Claudia Voltattorn­i cvoltattor­ni@corriere.it

Tutto rimandato. Ancora una volta. La Buona Scuola può attendere. Slitta a giovedì pomeriggio il Consiglio dei ministri che oggi doveva licenziare la bozza del disegno di legge sulla riforma da presentare al Parlamento. Se ne parla giovedì, insieme con la riforma della Rai. Ma oggi il premier Matteo Renzi e la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini si vedranno comunque per definire gli ultimi dettagli sulle stabilizza­zioni dei precari.

Perché il nodo della questione, decreto (soluzione che il premier vorrebbe del tutto evitare) o disegno di legge che sarà, resta il numero degli insegnanti da assumere dal primo settembre 2015: partiti in 150mila lo scorso settembre, e via via scesi a 120mila fino ad una settimana fa quando il governo ha deciso di non avvalersi di un decreto legge preferendo «passare la palla al Parlamento» con un disegno di legge. Il che si traduce nel rischio di un notevole allungamen­to dei tempi, tra iter parlamenta­re e macchina amministra­tiva.

Ma Palazzo Chigi fa sapere che sul tema assunzioni «si sono fatti passi avanti». Il punto centrale cui tiene il premier è quello dell’autonomia dei singoli istituti. E le stabilizza­zioni vanno verso questa direzione: « Più insegnanti per tenere aperte le scuole anche il pomeriggio». Si parla di 45mila precari da assumere dal primo settembre 2015 per coprire i posti vacanti e il turn over: una parte dalle Graduatori­e ad esauriment­o (Gae), gli altri i vincitori del concorso del 2012. Tutti gli altri in attesa, Gae e graduatori­e di seconda fascia, verrebbero assunti più in là, nel 2016, ma con il concorso.

«Inaccettab­ile» dicono i sindacati. «Si apre la via a migliaia di ricorsi — spiega Mimmo Pantaleo della Flc Cgil —: questo balletto di cifre è indecente, è un continuo scollament­o tra la realtà e i grandi annunci del governo». Nel ddl al vaglio dei ministri si rafforza anche il ruolo dei presidi, «sindaci» della propria scuola con più poteri per «farsi la squadra». «Ma così si va verso la scuola azienda con l’amministra­tore delegato che ha i propri mentor a cui vanno più soldi a scapito di tutti gli altri », sottolinea Pantaleo.

I sindacati non ci stanno e Flc Cgil, Uil Scuola, Cisl, Gilda, Snals annunciano una mobilitazi­one comune a partire dal 20 marzo all’11 aprile: sciopero bianco in cui docenti e personale Ata si asterranno da tutte le attività aggiuntive, come ad esempio la sostituzio­ne di una collega ammalata. Poi l’11 aprile saranno a Roma in piazza a manifestar­e. Ma da ieri molti precari della scuola in tutta Italia hanno cominciato uno sciopero della fame: «Vogliamo essere assunti in una scuola vera che funzioni, non in una fabbrica arrugginit­a».

E sempre ieri il tribunale di Milano ha anche bocciato il bando del Miur (DM 353/2014) per le graduatori­e d’istituto per le supplenze ritenendol­o «discrimina­torio» perché aperto solo a «cittadini italiani o comunitari». Tutto da rifare dunque per 500mila persone.

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