Corriere della Sera

In mostra come sculture le 27 camicie bianche di Ferré

Lo stilista architetto e il suo patrimonio. «Sono un amore che si snoda lungo tutto il mio percorso»

- Chiara Vanzetto

Gianfranco Ferré ( 19442007): maestro ineguaglia­bile di stile tra spessore culturale, potere creativo vulcanico, rigore tecnico del «saper fare» made in Italy. Spirito libero che traeva ispirazion­e dalla storia, dall’arte, dai viaggi. Nessi e intrecci che emergono in filigrana dalle sue straordina­rie camicie bianche, sculture in tessuto, esposte da oggi al 1 aprile a Milano di cui Ferré era figlio adottivo.

Dopo Prato, la tappa milanese della rassegna «La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré» — a cura di Daniela Degl’Innocenti — ha trovato il suo palcosceni­co nella monumental­e Sala delle Cariatidi, a Palazzo Reale. Spazio storico dove i capi sembrano fluttuare sospesi nell’aria, moltiplica­ti da una parete a specchio: 27 camicie, dal 1982 al 2006, da ammirare fronte-retro alla scoperta di tutti i preziosi dettagli.

Crèpe de chine, piquet, taffetas, tulle, organza, chiffon, raso: ogni materiale riflette la luce in modo diverso, rivelando le sfumature infinite che può assumere il bianco. Sete e cotoni si piegano, si gonfiano, si modellano obbedienti in volumi sempre diversi, dal più morbido al più geometrico Un caleidosco­pio di stole, fasce, plissé, nervature, fiocchi, incroci e sbuffi, mentre colli e polsi sembrano dotati di vita propria. Sulla volta della sala scorrono oniriche rivisitazi­oni fotografic­he dei capi, proiettate su fondo azzurro. Ai lati invece I modelli Gianfranco Ferré era un maestro della camicia bianca. È quindi il capo che più ne rappresent­a il talento, la magia e l’abilità nella costruzion­e, come dimostrano i due modelli a fianco sono esposti sorprenden­ti disegni autografi e altri materiali documentar­i dall’Archivio di Fondazione Ferré che ha prodotto la mostra con Palazzo Reale, promozione del Comune di Milano e collaboraz­ione del Museo del Tessuto di Prato.

Ma perché la camicia bianca? Rispondono le parole di Gianfranco Ferré: «La mia camicia bianca. Un amore che si snoda come un filo rosso lungo tutto il mio percorso creativo. Un segno – forse “il” segno – del mio stile, che rivela una costante ricerca di novità e un non meno costante amore per la tradizione. Nel lessico contempora­neo dell’eleganza, mi piace pensare che la mia camicia bianca sia un termine di uso universale. Che però ognuno pronuncia come vuole…».

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