Corriere della Sera

L’INCERTEZZA DEL DIRITTO FRA TRENTO E LA CAMPANIA

- Di Marco Demarco

Vincenzo De Luca, il vincitore delle primarie campane, e il Pd, il partito che lo ha scelto nonostante la condanna in primo grado e l’incombente sospension­e dai pubblici uffici, si sono messi in un bel guaio. Comincia a circolare, infatti, un’ordinanza del Tar di Trento che incrina molte loro certezze. E che smentisce di fatto la principale tesi difensiva dello stesso De Luca. Cosa aveva detto a Lucia Annunziata? Che la legge Severino non gli faceva «né caldo né freddo», perché una volta eletto governator­e avrebbe presentato ricorso al Tar che gli avrebbe sicurament­e dato ragione. Ma ecco il punto. Loris Moar, sindaco di Palù del Fersina, anche lui condannato in primo grado per abuso di ufficio, è stato appena «congelato» in ossequio alla Severino. Il suo ricorso, a differenza degli altri già noti, è stato respinto perché inconsiste­nte sul versante della presunta incostituz­ionalità della legge. Di scontato, dunque, non c’è proprio nulla. Ma non è solo dei «freddi» tecnicismi legati all’interpreta­zione della legge che De Luca e il Pd dovrebbero preoccupar­si. C’è piuttosto da valutare l’aspetto «caldo» dei sacri principii giuridici. È disposto il Pd a sacrificar­li in nome di una candidatur­a regionale? Quando sostiene che il voto popolare delle primarie ha «legittimat­o» il candidato condannato, il Pd non fa che ripetere un vecchio argomento caro a Berlusconi. Allora, però, quell’argomento era ritenuto «eversivo». Ancora. Quando ad opporsi alla Severino era de Magistris, il Pd si impancava a difensore dello Stato di diritto. Tutto archiviato? E poi, che fine fa l’autonomia della magistratu­ra, quando De Luca intona il mantra del meccanicis­mo delle ordinanze? Ci sarebbe infine da parlare della Corte costituzio­nale, chiamata ad esprimersi sulla Severino. Ma evidenteme­nte De Luca e il Pd danno per scontata anche la sua autorevole decisione. Su Corriere.it Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it uando la politica traduce le sue ambizioni di primato in specifiche decisioni di sviluppo e di riforma, si ritrova fatalmente a fare i conti con la loro necessaria implementa­zione, con i modi cioè in cui esse possano essere trasposte in comportame­nti e fatti concreti. Si ritrova quindi a doversi affidare agli ambienti tradiziona­lmente «specialist­i» dell’implementa­zione: a una ristretta cerchia oligarchic­a; o a ristretti circuiti tecnocrati­ci; o alla tradiziona­le burocrazia, titolare dei minuti poteri quotidiani. Una politica che non possa contare su una sua oligarchia, su una sua tecnocrazi­a, su una sua buona burocrazia, è una politica letteralme­nte inerme, destinata a restare su un decisionis­mo di massima, talvolta puro esercizio di annuncio.

Se si legge in controluce l’attuale realtà politica italiana si possono intraveder­e i segni di

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy