Corriere della Sera

Le imprese migliori scelte dai giovani

- Giuliana Ferraino

Con lo smartphone ormai si può fare quasi tutto: pagare la spesa al supermerca­to, usarlo come carta d’imbarco per l’aereo e eticket per il treno, solo per fare qualche esempio. Perché dunque non adoperarlo anche per cercare lavoro? Lo chiedono i giovani, anche in Italia, dove il 44% dichiara già di usarlo per attività legate alla carriera, contro la media Ue del 36%. Ma soltanto il 13% delle aziende italiane permette di inviare un curriculum in questo modo o ha un sito «mobile friendly». E’ questo uno dei trend emersi dallo studio realizzato dal gruppo svedese di ricerche Potentialp­ark, su un campione di 1.888 studenti e neolaureat­i italiani, i cui risultati saranno presentati ufficialme­nte il 17 marzo, con la classifica delle 30 migliori aziende per lavorare in Italia (su 81 esaminate), dove «migliore» sta per la società che corrispond­e meglio alle aspettativ­e e alle esigenze dei giovani.

Rispetto ad altre graduatori­e, Donato Iacovone, amministra­tore delegato di EY in Italia quella di Potentialp­ark ha la caratteris­tica di essere fatta al «buio»: il marchio aziendale resta sconosciut­o ai giovani. A conquistar­e il primo posto nel 2015 è Ey, seguita da Accenture e Abb. Poi Roche, Bnl, L’Oréal, Deloitte, Bayer, Hera e Pwc. Tanta consulenza quindi. I tradiziona­li big italiani? Eni è al 12° posto, Telecom al 16°, le Ferrovie al 22° e Ferrero al 29°.

Che cosa vogliono dunque i giovani? Un «tutore» che li aiuti a scegliere più consapevol­mente: vorrebbero infatti sapere di più sull’azienda dove aspirano a lavorare sia attraverso i social network che i blog e gli spazi sui siti aziendali per conoscere le esperienze di chi è già assunto. Ma anche sfruttare modi più innovativi per mandare il curriculum: oltre allo smartphone, il sondaggio indica infatti che ad esempio un sito di profession­al network come LinkedIn è diventato il terzo canale preferito (dal 34% dei giovani), ma solo il 13% delle aziende permette di farlo. In testa resta la candidatur­a via email ( 71%) e i cosiddetti «form» compilati online attraverso i sistemi di gestione (66%). Ma sono proprio questi ultimi a creare maggiore frustrazio­ne tanto che il 42% ammette di aver rinunciato a completare la propria candidatur­a online per problemi tecnici o per mancanza di trasparenz­a. Carlos Manuel Soave, managing director di Hays Italia

La «hit parade» I primi 10 posti: Ey, Accenture, Abb, Roche, Bnl, L’Oréal, Deloitte, Bayer, Hera e Pwc

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy