Il selfie dei campioni prima della tragedia
Sono morti bendati, in Argentina, sull’elicottero sul quale si trovavano per un reality show: la scomparsa del pugile Alexis Vastine ( a destra), della velista Florence Arthaud ( alla sua sinistra) e della nuotatrice Camille Muffat ( seduta al centro) commuove la Francia e il mondo dello sport.
uando si dice il destino. Due elicotteri si sono scontrati in Argentina durante le riprese di «Dropped», una sfida di sopravvivenza tipo l’«Isola dei famosi». Tra le vittime, tre campioni dello sport francese: Camille Muffat, Florence Arthaud e Alexis Vastine. Le agenzie raccontano che questa è la tragedia più spaventosa nel mondo dei reality ed è vero. Ma, a ben pensarci, nell’immaginario comune l’idea di morte è connaturata al genere, come se il reality si trascinasse dietro le stimmate della cattiva tv, del mercimonio delle coscienze e per questo fosse degno di punizione. Basta ricordare il romanzo «Acido solforico» della francese Amélie Nothomb in cui si parla del reality «Concentramento». La tragedia dello sterminio degli ebrei diventa un sommario di decomposizione, una facile allegoria della società dello spettacolo e dei vacui rituali televisivi. Sempre per restare in Francia, c’è il documentario, «Ultima frontiera. Il gioco della morte», realizzato da Christophe Nick per France 2: alcune persone, convinte di partecipare a un reality show, sono poste di fronte all’alternativa di infliggere delle dolorose scosse elettriche ad altri concorrenti pur di arrivare alla vincita del premio finale. La maggior parte di loro cede. Anche il film «Hunger Games» diretto da Gary Ross mette in scena una sorta di reality sulla sopravvivenza, di gara mortale fra giovani. Insomma, è come se il reality si portasse dietro una sorta di maledizione perché accusato di essere trash, di inebetire gli spettatori nel voyeurismo più bieco. Il più popolare personaggio del «Grande fratello» italiano, Pietro Taricone, è strato strappato alla vita in modo tragico. E Pietro era proprio l’emblema di questa natura modernissima: l’essere insieme uomo comune, venuto dall’anonimato, e personaggio di successo, grazie al reality. I tre atleti che sono morti in Argentina non venivano dal nulla, avevano storie personali molto importanti: Olimpiadi, traversate in solitario, riconoscimenti. Un tempo gli atleti si sarebbero accontentati del loro medagliere, di onorate carriere in ambito sportivo, di consulenze. Adesso il mondo dello sport è sempre più parte dello showbiz e il passaggio dall’uno all’altro campo fluido e lesto. Quanti ex atleti vediamo ogni sera in tv competere in ambiti apparentemente estranei alla loro formazione! Il reality, ma più in generale la tv, toglie i personaggi famosi dal loro piedistallo e riduce la distanza tra celebrity e gente comune. La riduce a tal punto che anche la morte diventa una sorta di comunione mediatica.