L’esultanza ad Arcore «Ma non posso ancora sentirmi libero»
I timori per tutti gli altri fronti aperti con la giustizia
quotidianità della politica — che comunque ha caratterizzato i mesi passati ai servizi sociali, che lo hanno segnato e umiliato pur dandogli «umanamente molto, nel profondo» — si è acuito negli ultimi tempi, e lo ha portato ad occuparsi pochissimo di partito e dintorni. Un’assenza che i suoi giudicano sempre più pesante, ma che per lui è scontata, inevitabile: «Come posso ritenermi libero davvero se continuano a perseguitarmi a Milano, a Bari?», si è più volte sfogato con chi in fondo si congratulava per la fine di una pena che gli restituisce la gestione piena delle sue giornate.
Chissà se ora il leader si sentirà tranquillo, se potrà «pensare al futuro» mentre forse si chiudono i processi che lo inseguono da anni. Perchè il giudizio della Cassazione avrà un peso. Con l’assoluzione piena, anche il Ruby ter e il processo di Bari sulle escort avranno meno peso, dal punto di vista giudiziario e soprattutto sotto il profilo politico. Ne è convinto. Se fosse stato rinvio, in tutto o in parte, «l’assalto» riprenderà — temeva — tanto che il rischio di finire condannato a pene pesantissime, il rischio della privazione definitiva della libertà, lo tormentava.
In questo clima, la politica per lui diventa una necessità e un peso, un obbligo e una via di fuga, un tormento e una speranza: «Cercheranno ancora di fermarmi, come hanno sempre cercato di fare. Ho appena finito di scontare la pena e ricominciano. Ma io non mi fermo...», ha ripetuto negli ultimi giorni, alternando la forza agli sfoghi: «Lascio tutto, basta, non voglio di star dietro alle liti, agli ingrati, a chi mi deve tutto e invece si divide anche in momenti per me difficili come questo...».