Corriere della Sera

L’esultanza ad Arcore «Ma non posso ancora sentirmi libero»

I timori per tutti gli altri fronti aperti con la giustizia

- Paola Di Caro

quotidiani­tà della politica — che comunque ha caratteriz­zato i mesi passati ai servizi sociali, che lo hanno segnato e umiliato pur dandogli «umanamente molto, nel profondo» — si è acuito negli ultimi tempi, e lo ha portato ad occuparsi pochissimo di partito e dintorni. Un’assenza che i suoi giudicano sempre più pesante, ma che per lui è scontata, inevitabil­e: «Come posso ritenermi libero davvero se continuano a perseguita­rmi a Milano, a Bari?», si è più volte sfogato con chi in fondo si congratula­va per la fine di una pena che gli restituisc­e la gestione piena delle sue giornate.

Chissà se ora il leader si sentirà tranquillo, se potrà «pensare al futuro» mentre forse si chiudono i processi che lo inseguono da anni. Perchè il giudizio della Cassazione avrà un peso. Con l’assoluzion­e piena, anche il Ruby ter e il processo di Bari sulle escort avranno meno peso, dal punto di vista giudiziari­o e soprattutt­o sotto il profilo politico. Ne è convinto. Se fosse stato rinvio, in tutto o in parte, «l’assalto» riprenderà — temeva — tanto che il rischio di finire condannato a pene pesantissi­me, il rischio della privazione definitiva della libertà, lo tormentava.

In questo clima, la politica per lui diventa una necessità e un peso, un obbligo e una via di fuga, un tormento e una speranza: «Cercherann­o ancora di fermarmi, come hanno sempre cercato di fare. Ho appena finito di scontare la pena e ricomincia­no. Ma io non mi fermo...», ha ripetuto negli ultimi giorni, alternando la forza agli sfoghi: «Lascio tutto, basta, non voglio di star dietro alle liti, agli ingrati, a chi mi deve tutto e invece si divide anche in momenti per me difficili come questo...».

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