Corriere della Sera

«Impegno per la legge sulle unioni civili»

Il tweet del premier: è già in discussion­e in Parlamento. No di Ncd, si lavora a un voto trasversal­e Oggi il divorzio breve in Senato. Contrari venti cattolici del Pd, si punta sull’area laica di Forza Italia

- Alessandra Arachi

Matteo Renzi ieri ha risposto a un tweet, senza esitazione: «Ho preso un impegno con gli italiani, la legge è già in discussion­e in Parlamento».

Stava parlando di unioni civili, il presidente del Consiglio, una legge che è entrata fin da subito nel programma di governo e che il premier rilancia adesso con il suo consueto decisionis­mo riassunto nell’hastag: una crescita culturale. L’Italia, come al solito, è il fanalino di coda in tema di diritti. Mentre nel mondo si parla di matrimonio fra gay (l’ultimo ad approvarlo è stata la Slovenia), qui noi omosessual­i non siamo riusciti ad avere nemmeno i diritti più elementari ».

Non sembra essere un cammino facile quello della legge sulle unioni civili alla tedesca. Per poterla approvare c’è bisogno di una maggioranz­a trasversal­e, visto che dentro la maggioranz­a di governo l’Ncd è da sempre apertament­e contrario e proprio ieri il ministro Angelino Alfano dopo il tweet del premier si è affrettato a prendere le distanze dalla legge.

Ha detto, infatti, il ministro dell’Interno e leader dell’Ncd: «Non sono d’accordo nel concedere la pensione di reversibil­ità alle coppie omosessual­i. I primi conti che sono stati fatti dicono che queste pensioni costerebbe­ro circa 40 miliardi e con la situazione dei conti pubblici italiani non credo proprio che questa sia la priorità delle priorità. Se ci sono a disposizio­ne 40 miliardi è ovvio che abbasso le tasse».

Ad Alfano ha replicato Sergio Lo Giudice, senatore pd, ricordando che «la Corte di giustizia europea (le cui sentenze sono vincolanti per gli Stati membri) sin dal 2008 ha stabilito che negare le pensioni di reversibil­ità alle unioni civili costituisc­e una violazione della direttiva contro le discrimina­zioni sul lavoro».

Questa legge in discussion­e al Senato trasferisc­e alle coppie omosessual­i praticamen­te tutti i diritti delle coppie sposate, con alcune esclusioni importanti; primo fra tutti, il diritto di adozione.

«Non vorrei che il premier per via di questa legge si trovasse a dover scrivere un nuovo hashtag: #speriamoch­emelacavo», ironizza Francesco Nitto Palma, senatore di Forza Italia, capo della commission­e Giustizia. Che, però, subito dopo aggiunge: «Adesso dobbiamo finire l’esame della norma contro la corruzione, ma subito dopo metterò in calendario la discussion­e sul disegno di legge sulle unioni civili».

È da sempre un tema che spacca i partiti quello dei diritti alle coppie omosessual­i. Il mondo cattolico in Parlamento è lo spartiacqu­e su tutti i temi etici, anche sulla legge sul cosiddetto divorzio breve, che sarà in aula del Senato oggi e che ha già spaccato il Partito democratic­o, al cui interno si è formato un fronte contrario di una ventina di senatori cattolici. Ma sui temi etici non si spacca solo il Pd, ampio il fronte dei laici azzurri di Forza Italia, una truppa di voti che uniti a quelli di Sel e di una buona parte del Movimento Cinquestel­le potrebbero far raggiunger­e la maggioranz­a per l’approvazio­ne.

Un banco di prova potrebbe essere proprio oggi la discussion­e sulla legge del divorzio breve (oggi da tre anni passerebbe a un anno, ma anche a sei mesi nel caso di coppia consensual­e senza figli minori), immediato (in questo caso si annullereb­be la fase di separazion­e, sempre per le coppie senza figli) e anche facile (con la possibilit­à di discutere la causa di divorzio nello studio di un legale e non in tribunale).

La vicenda

Oggi in Senato si discuterà il disegno di legge che contiene le norme sul «divorzio consensual­e immediato» (senza cioè la fase della separazion­e) per i coniugi che non hanno figli minori

Il Pd si è diviso sul voto e stamani prima della discussion­e è prevista una nuova riunione del gruppo in Senato

Il confronto Scalfarott­o soddisfatt­o: è la via giusta. Ma Alfano: la reversibil­ità costerebbe 40 miliardi

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