Corriere della Sera

Il libro per avvocati? Discrimina i Rom Editore condannato

- Di Alessandra Coppola

Gli zingari, si sa, rubano. Se avete comprato un oggetto che «nonostante il suo notevole valore sia stato offerto in vendita da un mendicante, da uno zingaro o da un noto pregiudica­to», è probabile che all’origine ci sia un reato, e che si tratti perciò di «un incauto acquisto». È scritto su un manuale per aspiranti avvocati, ma non lo troverete in libreria. Il Tribunale Civile di Roma ne ha ordinato il ritiro dal mercato, condannand­o la casa editrice per «comportame­nto discrimina­torio» nei confronti di Rom e Sinti. Soddisfatt­a la signora D. S., che studiando s’è imbattuta in questo commento all’articolo 712 del codice penale («Acquisto di cose di sospetta provenienz­a») e s’è rivolta alla corte, «lesa nella dignità personale in quanto appartenen­te alla comunità criminaliz­zata». Sollevate le organizzaz­ioni che l’hanno accompagna­ta nella causa, Asgi e «21 luglio». Anche se, fanno notare, nel cammino dell’antidiscri­minazione in Italia ormai s’avanza così: nelle aule di tribunale. Per chi l’ha sollecitat­a, la sentenza non è importante solo per aver smontato l’equazione zingaro uguale delinquent­e (in particolar­e «l’associazio­ne a reati contro il patrimonio diffonde uno stereotipo negativo oltre che un preconcett­o razziale»). Ma la decisione, sottolinea­no, ha rilievo anche perché permette di porre la questione dell’uso stesso del termine «zingaro». «Ha ormai assunto un’accezione negativa — spiega Danilo Giannese, del gruppo «21 luglio» —, come la parola “negro”. Soprattutt­o, è un termine imposto dalla società, nel quale Rom e Sinti non si identifica­no». Prima che intervenga il giudice, allora, si potrebbe, una volta per tutte, provare a evitarlo.

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