Sono già 53 le nazioni che hanno deciso di costruire un proprio padiglione. Il indica il capoluogo lombardo come la prima meta turistica del 2015 e la definisce imperdibile
Caro direttore, passano i minuti, le ore, i giorni. Ne mancano 50, all’inizio dell’Expo. Guardo i volti degli operai, dei giovani collaboratori e delle persone che più da vicino stanno condividendo questo febbrile conto alla rovescia. Persone, tecnici e manager di ogni terra, cultura e religione stanno lavorando, fianco a fianco, notte e giorno. C’è tempo solo per fare, per realizzare, per essere pronti: il primo maggio, agli occhi dell’Italia e del mondo. Ci guidano la fiducia reciproca, la convinzione che il tema della nutrizione sia un elemento di civiltà universale e la voglia di valorizzare un Paese, il nostro, di cui c’è una gran «fame» in giro per il mondo.
C’è un altro elemento che si diffonde tra le migliaia di persone all’opera: l’orgoglio. Nessuno di noi dimentica le pagine grigie di questa esperienza. I problemi giudiziari che un anno fa ci hanno toccato nel profondo. Abbiamo però visto la capacità di reagire delle istituzioni: l’arrivo al nostro fianco dell’Autorità nazionale anticorruzione ha reso possibile invertire la rotta e diventare, addirittura, un esempio virtuoso a livello internazionale, come recentemente indicato dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).
Alla credibilità del nostro progetto ha risposto il meglio. Sono 53 le nazioni che hanno deciso di costruire un proprio padiglione, un record. E quasi un centinaio di nazioni saranno ospitate nei cluster dedicati alle diverse colture, una «prima volta» nella storia dell’Esposizione universale. Le principali aziende italiane hanno creduto fin dall’inizio all’opportunità di Expo Milano 2015, così come la società civile. Anche in forza di questa fiducia, noi possiamo oggi contare su un’Expo a «costo zero», con le risorse pubbliche (1,3 miliardi di euro) pareggiate da quanto i Paesi stranieri investiranno per la loro presenza all’Expo e i costi di funzionamento coperti dalle partnership con le aziende e dalla vendita dei biglietti. Già, i biglietti: solo un anno fa, avremmo tutti messo la firma per iniziare l’Expo con cinque milioni di biglietti garantiti. Oggi sappiamo di arrivare al 1° maggio con 10 milioni di biglietti acquistati in tutto il mondo. Il New York Times indica Milano come la prima meta turistica del 2015, Lonely Planet la definisce imperdibile: più di 700.000 biglietti sono stati venduti negli Stati Uniti. Oggi alla costruzione dell’Expo stanno lavorando i più importanti protagonisti del mondo della nutrizione e dell’alimentazione, vere e proprie icone di un mondo che vuole cercare nuove strade per il suo sviluppo. E in questa linea si colloca la Carta di Milano, frutto del lavoro di centinaia di esperti di tutto il mondo, che sarà proposta da sottoscrivere a tutti i visitatori di Expo (fisici e virtuali), realizzando così una grandissima operazione di condivisione. E l’impegno delle Women for Expo, una formidabile mobilitazione di donne (famose e non) per la generazione di un nuovo clima di accoglienza e tolleranza di tutte le idee che si stanno confrontando sul tema dell’alimentazione.
Sono tanti gli elementi che stanno sorreggendo la crescita dell’orgoglio per Expo Milano 2015. Ma da qualche giorno ce n’è uno in più. È noto che la prossima edizione di Expo sarà a Dubai, nel 2020. Uno dei Paesi emergenti più importanti del mondo sta impiegando risorse straordinarie per farne un’edizione memorabile. Ma la notizia della scorsa settimana è che Parigi si candiderà per il 2025 e dovrà probabilmente confrontarsi con Rotterdam e Londra. Ricordando, infine, che le due precedenti edizioni dell’Esposizione universale si sono tenute in Giappone e in Cina, non possiamo non comprendere l’opportunità che ha l’Italia per dimostrare di giocare alla pari, dal punto di vista organizzativo e culturale, con i principali Paesi del mondo.
Expo non è una manifestazione un po’ nostalgica con le radici in un passato che non ritorna. Expo continua a essere la più importante e pacifica occasione in cui la nostra Terra può fare i conti con se stessa, con la sua voglia di un futuro più equo e sostenibile. Per questo, dal 1° maggio, Expo Milano 2015 sarà l’ombelico del mondo. E il nostro Paese si giocherà una carta importante sulla strada della sua nuova identità.
Il documento I visitatori potranno sottoscrivere una Carta frutto del lavoro di centinaia di esperti