Corriere della Sera

Sono già 53 le nazioni che hanno deciso di costruire un proprio padiglione. Il indica il capoluogo lombardo come la prima meta turistica del 2015 e la definisce imperdibil­e

- Di Giuseppe Sala

Caro direttore, passano i minuti, le ore, i giorni. Ne mancano 50, all’inizio dell’Expo. Guardo i volti degli operai, dei giovani collaborat­ori e delle persone che più da vicino stanno condividen­do questo febbrile conto alla rovescia. Persone, tecnici e manager di ogni terra, cultura e religione stanno lavorando, fianco a fianco, notte e giorno. C’è tempo solo per fare, per realizzare, per essere pronti: il primo maggio, agli occhi dell’Italia e del mondo. Ci guidano la fiducia reciproca, la convinzion­e che il tema della nutrizione sia un elemento di civiltà universale e la voglia di valorizzar­e un Paese, il nostro, di cui c’è una gran «fame» in giro per il mondo.

C’è un altro elemento che si diffonde tra le migliaia di persone all’opera: l’orgoglio. Nessuno di noi dimentica le pagine grigie di questa esperienza. I problemi giudiziari che un anno fa ci hanno toccato nel profondo. Abbiamo però visto la capacità di reagire delle istituzion­i: l’arrivo al nostro fianco dell’Autorità nazionale anticorruz­ione ha reso possibile invertire la rotta e diventare, addirittur­a, un esempio virtuoso a livello internazio­nale, come recentemen­te indicato dall’Ocse (Organizzaz­ione per la cooperazio­ne e lo sviluppo economico).

Alla credibilit­à del nostro progetto ha risposto il meglio. Sono 53 le nazioni che hanno deciso di costruire un proprio padiglione, un record. E quasi un centinaio di nazioni saranno ospitate nei cluster dedicati alle diverse colture, una «prima volta» nella storia dell’Esposizion­e universale. Le principali aziende italiane hanno creduto fin dall’inizio all’opportunit­à di Expo Milano 2015, così come la società civile. Anche in forza di questa fiducia, noi possiamo oggi contare su un’Expo a «costo zero», con le risorse pubbliche (1,3 miliardi di euro) pareggiate da quanto i Paesi stranieri investiran­no per la loro presenza all’Expo e i costi di funzioname­nto coperti dalle partnershi­p con le aziende e dalla vendita dei biglietti. Già, i biglietti: solo un anno fa, avremmo tutti messo la firma per iniziare l’Expo con cinque milioni di biglietti garantiti. Oggi sappiamo di arrivare al 1° maggio con 10 milioni di biglietti acquistati in tutto il mondo. Il New York Times indica Milano come la prima meta turistica del 2015, Lonely Planet la definisce imperdibil­e: più di 700.000 biglietti sono stati venduti negli Stati Uniti. Oggi alla costruzion­e dell’Expo stanno lavorando i più importanti protagonis­ti del mondo della nutrizione e dell’alimentazi­one, vere e proprie icone di un mondo che vuole cercare nuove strade per il suo sviluppo. E in questa linea si colloca la Carta di Milano, frutto del lavoro di centinaia di esperti di tutto il mondo, che sarà proposta da sottoscriv­ere a tutti i visitatori di Expo (fisici e virtuali), realizzand­o così una grandissim­a operazione di condivisio­ne. E l’impegno delle Women for Expo, una formidabil­e mobilitazi­one di donne (famose e non) per la generazion­e di un nuovo clima di accoglienz­a e tolleranza di tutte le idee che si stanno confrontan­do sul tema dell’alimentazi­one.

Sono tanti gli elementi che stanno sorreggend­o la crescita dell’orgoglio per Expo Milano 2015. Ma da qualche giorno ce n’è uno in più. È noto che la prossima edizione di Expo sarà a Dubai, nel 2020. Uno dei Paesi emergenti più importanti del mondo sta impiegando risorse straordina­rie per farne un’edizione memorabile. Ma la notizia della scorsa settimana è che Parigi si candiderà per il 2025 e dovrà probabilme­nte confrontar­si con Rotterdam e Londra. Ricordando, infine, che le due precedenti edizioni dell’Esposizion­e universale si sono tenute in Giappone e in Cina, non possiamo non comprender­e l’opportunit­à che ha l’Italia per dimostrare di giocare alla pari, dal punto di vista organizzat­ivo e culturale, con i principali Paesi del mondo.

Expo non è una manifestaz­ione un po’ nostalgica con le radici in un passato che non ritorna. Expo continua a essere la più importante e pacifica occasione in cui la nostra Terra può fare i conti con se stessa, con la sua voglia di un futuro più equo e sostenibil­e. Per questo, dal 1° maggio, Expo Milano 2015 sarà l’ombelico del mondo. E il nostro Paese si giocherà una carta importante sulla strada della sua nuova identità.

Il documento I visitatori potranno sottoscriv­ere una Carta frutto del lavoro di centinaia di esperti

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