Corriere della Sera

Un «compromess­o» per salvare Atene Padoan: sforzi di tutti o rischia l’euro

La spinta di Draghi per il ritorno della troika. E Tsipras chiede i danni di guerra a Berlino

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

Ripartono oggi gli incontri tra una delegazion­e della Grecia e le tre istituzion­i rappresent­ative dei creditori, Commission­e europea, Bce e Fondo monetario di Washington. Lo ha preteso la Germania nell’ultimo Eurogruppo dei 19 ministri finanziari come una delle condizioni fondamenta­li per arrivare a sbloccare circa sette miliardi di prestiti di salvataggi­o.

I contrasti tra Atene e Berlino permangono. La sede degli incontri è Bruxelles, come ha chiesto il governo ellenico di estrema sinistra di Alexis Tsipras e del ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. Verifiche tecniche saranno attuate ad Atene, come vogliono la cancellier­a tedesca di centrodest­ra Angela Merkel e il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble. Dall’Eurogruppo è trapelato che sarebbe stato il presidente della Bce, Mario Draghi, a convincere Varoufakis ad accettare le missioni nella capitale ellenica. Non verrebbe però più usato il nome “troika”. E i tecnici dei creditori non entreranno più nei ministeri di Atene con l’atteggiame­nto definito da Varoufakis “coloniale”.

Tsipras ha vinto le elezioni promettend­o la fine delle misure di austerità della troika. Ma rischia l’insolvenza. E Gercando Il vertice Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan con il collega greco Yanis Varoufakis ieri poco prima dell’inizio dell’Ecofin, l’incontro dei ministri delle Finanze degli Stati che fanno parte dell’Unione Europea mania, Finlandia e Olanda pretendono ancora tagli per concedere i prestiti. All’Ecofin Schaeuble ha ribadito che, solo se Atene si accorda con le tre istituzion­i dei creditori, «ci sarà la possibilit­à che si proceda con il pagamento». Anche il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselblo­em, ha ricordato che, se la Grecia non farà le riforme, «non avrà i soldi». Tsipras ha replicato rilanciand­o la richiesta alla Germania dei danni per l’occupazion­e nazista nella Seconda guerra mondiale. Per le urgenze attingereb­be a fondi previdenzi­ali e a 550 milioni del Fondo salva Stati per le banche elleniche.

«Con la Grecia stiamo cer- di trovare un compromess­o, innanzitut­to rispettand­o il voto degli elettori, ma anche gli impegni dei vari governi greci con le istituzion­i europee e il Fmi», ha detto il commissari­o Ue per gli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ventilato il « grande rischio che qualcuno consideri di non volere essere più un membro dell’unione monetaria», pur affermando di «non credere che la Grecia uscirà». Ma a Bruxelles temono l’insolvenza di Atene già entro questo mese, se non arriverann­o i prestiti di salvataggi­o.

Trattative

I negoziati tra Grecia e rappresent­anti dell’ex troika riprendono oggi come richiesto dall’Eurogruppo e una trattativa serrata che sarebbe stata portata avanti dal presidente della Bce Mario Draghi

Per Atene potrebbe essere già troppo tardi: tra le scadenze dei prestiti da ripagare a marzo, e il crollo delle entrate, le casse di Atene sono quasi vuote e il Paese si spinge sempre più vicino al rischio insolvenza

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