Piketty si corregge ma il passo indietro non evita le critiche
Thomas Piketty ( foto) è una persona seria. L’economista autore de «Il capitale nel 21° Secolo» – testo che è stato la sensazione accademica 2014 e ha venduto più di 1,5 milioni di copie – ha scritto un lungo articolo per fare una serie di precisazioni. Di marce indietro, per molti versi. La sua teoria, sulla quale sono stati scritti fiumi di inchiostro per sostenere che il capitalismo è inerentemente creatore di ineguaglianza sociale, era fondata sull’assunto che r>g, cioè che il ritorno sul capitale è superiore alla crescita economica, dal che si deduce che profitti e rendite dei ricchi sono superiori alla creazione di ricchezza generale, per cui la disuguaglianza aumenta. La tesi è stata contestata da molti economisti. Ma esaltata da altri, in testa gli americani Paul Krugman e Joseph Stiglitz, per sostenere la necessità di una tassazione alta dei patrimoni al fine di un riequilibrio sociale. Ora, nel suo saggio di correzione che sarà pubblicato in maggio dalla American Economic Review ma è già in circolazione online, Piketty dice che il suo lavoro era soprattutto di carattere storico. «Non vedo – scrive – r>g come l’unico e nemmeno il principale strumento per considerare i cambiamenti nei redditi e nella ricchezza nel Ventesimo Secolo o prevedere l’andamento della diseguaglianza nel Ventunesimo Secolo». A quel fine, contano molto i cambiamenti istituzionali o gli shock politici. Onestà intellettuale dell’economista francese: dal suo libro – dice – troppo è stato tratto come conseguenza politica. Non è detto che chi l’ha applaudito fragorosamente lo segua su questa strada.
@danilotaino