Il crac di Giuli, grande sponsor del Parma Calcio
( m.ger.) È fallita la principale società del gruppo di Roberto Giuli ( foto) azionista del Parma calcio con il 10% e debitore di 152 milioni nei confronti della Snam, quotata in Borsa. Per coincidenza la sentenza di fallimento è arrivata nel giorno in cui il tribunale di Bologna ha nominato un curatore speciale del Parma proprio in seguito al ricorso per gravi irregolarità nella governance presentato dallo stesso Giuli. Mercoledì 4 marzo, il tribunale di Roma ha dichiarato dunque il fallimento della «E 2 Gas&Power», stabilendo al 16 giugno il termine per l’ammissione allo stato passivo e fissando l’udienza per il 16 luglio. Dalla sentenza si apprende che il creditore che aveva fatto richiesta di fallimento è Alessandro Rimato, ex legale del gruppo Energy. La società aveva cambiato nome l’estate scorsa, appena entrata in liquidazione. La denominazione precedente, quella per cui era nota nel mondo del trading di gas, era Energy Trading International. Il giro d’affari aveva toccato i 300 milioni, i debiti 236 milioni e nel 2013 era emersa una perdita di 130 milioni. È l’anno in cui il ministero dello Sviluppo economico aveva revocato a Energy l’autorizzazione alla vendita di gas. Il bilancio 2013 era stato bocciato da sindaci e revisori, con i primi che avevano addirittura portato un dossier in tribunale denunciando la mala gestio («sistematica spoliazione»). Mentre si allargava il «buco» nell’azienda «core» del gruppo, Giuli con un’altra controllata (Energy Ti Group) firmava nella primavera 2013 l’accordo di sponsorizzazione con il Parma (25 milioni in 10 anni) e rilevava il 10% del capitale.
Astaldi, commesse per 27 miliardi (e riparte l’Italia)
( fr.bas.) Venerdì prossimo l’inaugurazione dell’Ospedale del Mare a Napoli, ad aprile l’apertura della Metro 5 a Milano: se le costruzioni possono essere considerate una cartina di tornasole della crescita, dal portafoglio ordini di Astaldi si può dire che in Italia finalmente si vede una timida ripresa (nell’ultima parte del 2014 sono arrivati dal nostro Paese nuovi ordini). Il portafoglio del gruppo vale in tutto 27 miliardi, di cui in esecuzione 13,8 miliardi, mentre i nuovi del 2014 sono pari a 3 miliardi. Astaldi ha realizzato nel 2014 un utile netto di 81,6 milioni (+21% rispetto al 2013). Pari a 2.653 milioni i ricavi totali (+5,7%), a 306,4 milioni il margine operativo lordo. Al 31 dicembre 2014 l’indebitamento finanziario netto era sceso a 798,6 milioni, dai 1.104,7 milioni di settembre 2014. Il consiglio proporrà la distribuzione di un dividendo pari a 0,2 euro per azione.
Fondazioni, la riforma al tavolo dell’Acri
C’è anche il nodo della riforma delle Fondazioni bancarie in agenda oggi al consiglio dell’Acri, presieduto da Giuseppe Guzzetti. L’associazione ha infatti iniziato a discutere con il ministero dell’Economia, cui spetta la vigilanza sugli enti, le ipotesi sui futuri assetti normativi e in particolare sulla percentuale massima di possesso, rispetto al patrimonio, delle banche conferitarie.