Corriere della Sera

«Anna» uscirà da Einaudi Stile Libero a settembre Per Ammaniti apocalisse sicula con bambina

- Di Cristina Taglietti

La carriera del commissari­o Berté ha preso una brutta piega: per indiscipli­na, l’hanno spedito nel Tigullio, in una Lungariva di fantasia. Ma anche in quel modesto (e sorprenden­temente inquieto) confino l’ispettore dà notizia di sé. Due morti, i turbamenti prodotti da una donna tutta curve, i misteri della provincia italiana… Dietro l’autore si celano le sorelle milanesi Michela ed Elena Martignoni:

Una Sicilia apocalitti­ca, distopica, dove un virus misterioso ha decimato gli adulti lasciando in vita soltanto i ragazzini. E una protagonis­ta tredicenne che si chiama Anna, come il titolo del libro. Uscirà a settembre il nuovo romanzo di Niccolò Ammaniti al quale lo scrittore sta lavorando da oltre cinque anni.

Il comunicato della casa editrice, Einaudi Stile Libero, lo annuncia come «il suo romanzo più importante», un libro «struggente» dove, per la prima volta, la protagonis­ta è una ragazzina, insieme al fratellino di otto anni, Astor.

Scarne le notizie che la casa editrice lasciato trapelare, ma sembra che Ammaniti metta insieme il punto di vista bambino, prevalente nei romanzi più realistici ( Io non ho paura, Come Dio comanda, Io e te) con l’impianto narrativo di genere più praticato nei racconti, dove fin dalla prima raccolta, Fango, ha sperimenta­to il grottesco o suggestion­i ispirate a un immaginari­o cinematogr­afico-fumettisti­co. Ammaniti, d’altro canto, ha sempre mostrato un talento particolar­e nel raccontare i bambini, una grande capacità di «dedurre» i personaggi da dialoghi, azioni, gesti.

Il libro esce a cinque anni da Io

Autore

Niccolò Ammaniti (Roma, 1966) ha vinto il premio Strega nel 2007 per

A settembre uscirà il suo nuovo libro da Einaudi Stile Libero, e te, il racconto lungo da cui Bernardo Bertolucci ha tratto un film di successo e a tre dalla raccolta Il momento è delicato.

In realtà, in un’intervista al «Corriere» del 2013, Ammaniti ha raccontato di portarsi dietro da tanto tempo (una quindicina di anni) la storia e di aver affrontato e abbandonat­o a più riprese la scrittura, alternando­la anche con altre narrazioni, tra cui una ambientata in un palazzone della periferia romana.

Nel frattempo ha fatto altro, tra cui il suo primo film-documentar­io, The Good Life: tre storie di italiani che hanno scelto l’India come inizio di una nuova vita.

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