I tanti spot televisivi che inducono al gioco
Per favore: alla prossima puntata del calcio-scommesse (perché possiamo scommettere, scusate il pasticcio, che scoppierà di nuovo) evitateci i commenti scandalizzati. Perché l’andazzo è di considerare del tutto normale, ormai, puntare soldi su una partita. Lo spiegò l’anno scorso perfino Gigi Buffon. Che dopo averne già fatte «di ogni» (la maglia con l’88 di Heil Hitler, l’acquisto del diploma di ragioniere, il coinvolgimento di striscio nelle scommesse clandestine, la maglietta con la croce celtica) disse: «In Italia il concetto di gioco d’azzardo rimane tabù. Si preferisce l’associazione triangolare gioco-dipendenza-rovina. Siamo un Paese democraticamente giovane, ma bacchettone…». Purtroppo? Sarà… Certo è che la serata di Napoli-Inter condotta dalla sua fidanzata Ilaria D’Amico su Sky dimostra come si siano sempre più mischiati, fino a impastarsi, il calcio e le scommesse. Si dirà: chi è senza peccato… Giusto. Ma proprio perché abbiamo già fatto le pulci a Rcs per il lancio di «gazzabet», che contraddice tante inchieste del Corriere sul cancro dell’azzardo, possiamo chiedere: è normale che, in un Paese dove 90 miliardi l’anno (un decimo dei consumi delle famiglie) finiscono nell’azzardo legale più altri 30 nel clandestino, la partita più seguita della giornata sia marcata, prima, durante e dopo, da dieci inviti a scommettere?
Comincia lo spot di Mago Forest che sfoglia un’agenda piena di impegni: uffa! «Diamo una scossa a queste giornate!» E lancia «32red, 100 giochi online». Con la chiusa così veloce che occorre riascoltarla per capire: «ilgiocoèvietatoaiminoriepuòcausaredipendenzapatologica Segue, tra chiacchiere e collegamenti, lo spot di «Intralot». Poi quello di «Zoom di Poker Stars». Poi di «Maximiliardario». Poi di «Betclic»: «Dopo il primo tempo, diamo un’occhiata alle quote di Betclic». Poi di «WilliamHill»: «Quando scommetti ascolta il cuore ma gioca con la testa». Poi, a partita finita, di «BetFlag: cavalli, sport, casinò, poker». Segue l’ipocrita litania: «ilgiocoèvietatoaiminoriepuòcausaredipendenza Non basta: per tutta la partita, sui cartelloni scorrevoli a bordo campo, incombe ancora «Intralot». Per non dire del sorriso con cui Ilaria passa la palla a Francesca Belussi come fosse parte della trasmissione: «Andiamo a sentire le quote con Bwin. A te, Francesca…». E quella che, fatto lo spottone, restituisce: «A te, Ilaria…» Due volte. Prima della partita e nell’intervallo. E poi si stupiscono se qualche calciatore trova «normale» fare una puntatina…