Corriere della Sera

La Camera perno dell’iter legislativ­o

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Con

la fine del bicamerali­smo paritario, Camera e Senato non avranno più lo stesso peso specifico nel processo legislativ­o. La Camera (630 deputati eletti a suffragio universale) assume il ruolo di unica camera politica (quella che concede e revoca la fiducia al governo) mentre il Senato (100 membri di cui 95 nominati con elezione di secondo grado) partecipa al procedimen­to legislativ­o con armi spuntate. Ci saranno tre corsie lungo le quali si svilupperà il procedimen­to legislativ­o: la prima, «bicamerale», riguarda le leggi costituzio­nali, la legge elettorale i provvedime­nti che incidono sulla vita degli enti locali, i testi che incidono sul funzioname­nto delle Regioni (articolo 122 Costituzio­ne). Il secondo percorso è quello standard: la Camera approva, il Senato modifica, la Camera poi ha l’ultima parola. Terza ipotesi: il Senato esercita la clausola di supremazia su materie riservate alle Regioni. In questo caso, se il Senato modifica il testo della legge, la Camera in seconda battuta delibera a maggioranz­a assoluta.

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