Paletti alle Regioni: più poteri allo Stato
Una
parte molto importante della riforma, ma poco conosciuta, incide sul Titolo V della Costituzione. Cioè sui rapporti tra centro e periferia. Le Province vengono cancellate anche dalla Costituzione. E, soprattutto, nella ripartizione della funzione legislativa tra Stato e Regioni viene meno la legislazione concorrente (quella che tanto contenzioso ha creato in questi anni davanti alla Consulta) con un numero più consistente di materie riservate al potere centrale. La Camera ha allungato l’elenco delle materie di stretta competenza statale, aggiungendo la promozione della concorrenza, le politiche sociali e per la sicurezza alimentare, le piattaforme informatiche dell’amministrazione statale, regionale, locale.
Viene introdotta poi la cosiddetta «clausola di supremazia»: su proposta del governo la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale.