Corriere della Sera

Danni di guerra, Atene sfida Berlino La minaccia di sequestrar­e beni tedeschi mentre a Bruxelles iniziano i colloqui con l’ex troika Il portavoce della Merkel: questione risolta legalmente e politicame­nte, distrae dai problemi reali

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Danilo Taino

Se l’obiettivo è ricostruir­e un clima di fiducia tra Atene e il resto dell’eurozona, soprattutt­o tra Atene e Berlino, la strada che stanno prendendo le discussion­i va dalla parte sbagliata. Ieri, a Bruxelles, sono iniziati i colloqui tecnici tra i rappresent­anti ellenici e i funzionari di quelle che ora vengono chiamate «istituzion­i» e non più troika, cioè Ue, Banca centrale europea, Fondo monetario internazio­nale. Passaggio importante, anche se per arrivare a una conclusion­e servirà del tempo. La riunione, però, è stata sovrastata dall’escalation della questione delle riparazion­i di guerra alla Grecia da parte della Germania.

La vicenda, non nuova, aveva ripreso quota nelle settimane scorse, ma su un piano solo polemico. Ieri il ministro ellenico della Giustizia, Nicos Paraskevop­oulos, ha fatto un passo in più e ha minacciato di sequestrar­e beni tedeschi in Grecia. La sera prima, martedì, il primo ministro Alexis Tsipras aveva di nuovo sollevato il caso e il Parlamento greco aveva votato di istituire una commission­e speciale per esaminarlo.

Berlino ha più volte risposto che la vicenda è chiusa sulla base di riparazion­i effettuate in passato, di accordi bilaterali e multilater­ali e delle sentenze di tribunali internazio­nali. Ma Atene sostiene in particolar­e che i parenti delle vittime di un massacro della Wermacht a Distomo, nel 1944, quando morirono 218 persone, vanno compensati; che per le distruzion­i fisiche provocate da quattro anni di occupazion­e dell’esercito tedesco Berlino non ha mai pagato; e che un prestito ai tedeschi a cui fu costretta la banca centrale greca non è mai stato rimborsato.

Tsipras ha sostenuto che la Germania usa «trucchi legali» per non fare fronte alle sue responsabi­lità. Un rapporto commission­ato da governi ellenici del passato ha stimato i danni che Berlino dovrebbe riparare in una cifra tra i 269 e i 332 miliardi.

La risposta ufficiale del governo di Berlino è che non ci sarà nessuna apertura di discussion­i, dal momento che — ha detto il portavoce di Angela Merkel Steffen Seifert — «la questione delle riparazion­i e delle compensazi­oni è stata risolta legalmente e politicame­nte». Il ministero delle Finanze ha sostenuto che la vicenda è una «distrazion­e» dai problemi che deve affrontare la Grecia mentre si dovrebbe evitare di sollevare questioni emotive per «guardare avanti assieme».

Il governo tedesco, insomma, pare volere tenere basso lo scontro. L’irritazion­e nei palazzi della politica berlinese, però, è alta. L’iniziativa greca è vista come una perdita di tempo — La firma Il ministro della giustizia greco Nikos Paraskevop­oulos durante il cerimonial­e di insediamen­to del nuovo governo di Atene il 28 gennaio scorso e si sottolinea che Atene non ne ha più — e come un tentativo di ricatto a negoziati sugli aiuti in corso. Opinione rafforzata dall’esperienza del 2000, quando Atene lasciò cadere la minaccia di sequestrar­e beni tedeschi solo dopo che Berlino diede il via libera all’ingresso della Grecia nell’euro. E ribadita dal fatto che Paraskevop­oulos abbia detto che deciderà se sequestrar­e o meno i beni — pare del Goethe-Institut, dell’Istituto archeologi­co e della scuola tedesca — sulla base di «questioni nazionali».

Nel mondo politico tedesco, poche voci sostengono le richieste greche: solo alcuni membri delle sinistra di Die Linke le hanno definite «giustifica­te». Per il resto, un misto di irritazion­e e preoccupaz­ione per quello che è considerat­o un modo ricattator­io e destinato al fallimento di condurre i negoziati con l’eurozona da parte greca. La minaccia — ha detto il vicepresid­ente del Parlamento europeo Alexander Lambsdorff – «è irresponsa­bile» e fa a pezzi «quel che rimane della fiducia» di cui la Grecia avrebbe bisogno nel Bundestag tedesco (che deve approvare ogni piano di aiuti ad Atene).

@danilotain­o

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