Corriere della Sera

Email, vecchi scandali e misteri Disastro Hillary, eterna candidata

- 5 di Maria Laura Rodotà 1 3 2 4

Davvero la candidatur­a Clinton, un’altra volta, peggio dell’altra volta, si trasformer­à in un disastro Clinton? Di certo, su di lei/contro di lei/per lei è in corso una guerra politico-mediatica. Con tanti elementi da thriller politico-spionistic­o, perfino troppi.

Trentamila email (circa, personali, forse) distrutte. Cinquantac­inquemila e più (circa, riguardant­i la cosa pubblica, per vedere le quali l’Associated Press ha citato in giudizio il Dipartimen­to di Stato giusto ieri mattina) trasferite dal server di casa a quello del dicastero, da dove l’ex segretario di Stato le avrebbe dovute mandare.

Una fondazione di famiglia che ha accettato donazioni dai Paesi più vari mentre un membro della famiglia era, appunto, segretario di Stato.

Molti cittadini afroameric­ani sorpresi per un’assenza al cinquanten­ario della marcia da Selma a Montgomery; che qualcuno ha considerat­o un’offesa e altri la prova che dopo il ricovero di qualche anno fa persistono problemi di deambulazi­one.

Un mondo politico perplesso su parole, opere e omissioni della Candidata Inevitabil­e. «Ma non invincibil­e». Controvers­a, sempre.

«Quando Hillary annuncerà ufficialme­nte che è in corsa, passerà tutto» prometteva ieri a Politico.com uno stratega democratic­o esperto della coppia. Ma anche: «Non dobbiamo fermare il nostro nemico mentre comincia ad autodistru­ggersi», obiettava il consulente repubblica­no Rick Wilson. «Criticarla le darebbe una scusa per dire “i repubblica­ni mi attaccano”, mentre lei sta lavorando per noi».

« Gli elettori democratic­i pensano che i media maltrattin­o Hillary. E’ improbabil­e che alle primarie si preoccuper­anno delle email», ha scritto Nate Silver, lo statistico che azzecca le previsioni di presidenzi­ali e campionati. Ma anche: «Non credo che Clinton sarà la candidata democratic­a nel 2016», ha detto il commentato­re conservato­re Bill Kristol nel talk show Morning Joe. «Il ticket più probabile è Elizabeth Warren (senatrice- icona di sinistra, ndr)- Tim Kaine (senatore centrista, ndr) ».

Poco dopo, dopo l’annuncio dell’Associated Press, dal Senato un cronista twittava «il team Warren sorride».

Anche se pare irrealisti­ca una candidatur­a Warren. Anche se un altro che ci terrebbe, il vicepresid­ente Joe Biden, non sembra avere chance. Anche se l’ex governator­e del Maryland Martin O’Malley, bravo e motivato, è ignoto ai più. E per ora resta in pista Hillary, con i suoi decenni di vita politica, le iniziative planetarie, gli scandali, i misteri mai chiariti.

I Clinton sono famosi per la loro segretezza, e per la fobia dei media. Che vedono come il nemico; che come un nemico ora si comportano. Le polemiche su email e altro, si prevede, dureranno mesi.

E’ possibile che vengano fuori altre notizie spiacevoli su una o più Clinton. E’ quasi certo che, se arrivasse alle Presidenzi­ali, la valanga di informazio­ni negative danneggere­bbe Hillary tra gli elettori incerti negli Stati in bilico.

Per dire: Hillary piaceva ai maschi repubblica­ni moderati, 1 1969, Hillary Rodham al Wellesley College prima di entrare a Yale: già attiva in politica; 2 1998, accanto a Bill Clinton (sposato nel 1975) che rischia l’impeachmen­t per il caso Monica Lewinsky; 3 2009, con Bill e la figlia Chelsea al giuramento da segretario di Stato; 4 2013, risponde sull’attacco alla missione diplomatic­a Usa in Libia; 5 2014, barbecue in Iowa non entusiasti del fanatismo religioso e dell’obbligator­ia ignoranza scientific­a richiesta ai candidati del loro partito. La vedevano come forte e competente; tra poco la rivedranno come la metà di un duo pasticcion­e.

Le minoranze dovrebbero blindarla, ma l’assenza a Selma (era a Miami coi donatori della Clinton Foundation) non è stata un bel segnale.

Le donne dovrebbero incoronarl­a, ma potrebbero stancarsi dei continui intrighi. Però, se non arrivasse alla nomination, forse la compatireb­bero per il suo storico limite: la maledizion­e di Hillary. I Clinton sono da sempre una coppia discussa. Lui la fa sempre franca, lei no.

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