Scontro sulle adozioni al Senato Cancellata l’estensione ai single
Il Pd ritira l’emendamento. Passa il testo che le consente alle famiglie affidatarie
È stato approvato ieri pomeriggio dall’aula del Senato (quasi) all’unanimità. In una manciata di minuti, 197 i voti favorevoli. Il disegno di legge che estende alle famiglie affidatarie la possibilità di adottare i bambini ora passa a Montecitorio. Ma non conterrà più la possibilità di estendere quell’adozione anche alle persone single.
Francesca Puglisi, senatrice del Pd, ha preferito ritirare già da ieri mattina quell’emendamento sui single che proprio lei aveva presentato a questa legge che portava come sua la prima firma. Un emendamento che aveva fatto discutere parecchio, aveva diviso lo stesso Pd e alla fine rischiava di far saltare tutto.
Spiega la senatrice Puglisi: «Quando mi sono resa conto che in aula aleggiava lo spettro di un altro provvedimento, quello sulle unioni civili, ho capito che con l’emendamento sui single avrei rischiato di far saltare tutto il provvedimento. Allora ho fatto un passo indietro per far fare un passo avanti ai bambini».
Oggi le adozioni sono regolate da una legge del 1983 (la numero 184) che prevede l’affidamento temporaneo anche a persone singole, ma poi proibisce agli affidatari (siano coppie sposate oppure singoli) di poter adottare i bambini avuti in affidamento anche quando questi sono stati dichiarati adottabili.
La nuova legge (la numero 1209) cancella questo divieto, troppi i bambini che rimanevano nelle famiglie affidatarie ben oltre il termine di due anni previsto dalla norma, un bambino su tre ci rimaneva anche quattro anni. Senza l’estensione alle persone singole il provvedimento non dovrebbe avere problemi a venire approvato alla Camera.
«Dobbiamo avere chiaro che l’Italia ha perso l’ennesima occasione storica di salvare milioni di bambini sparsi nel mondo, chiusi nelle strutture, privi di ogni affetto e assistenza familiare», dice Gian Ettore Gassani, avvocato, presidente dell’associazione matrimonialisti italiani, contestando la cancellazione dell’emendamento sui single. Spiega, infatti, Gassani: «Con la norma approvata senza l’emendamento, si preferisce far marcire un bambino in un orfanatrofio piuttosto che farlo adottare da un single che pure nel tempo abbia dato ampia prova di avere capacità morali, affettive e anche economiche da mettere a disposizione di
Francesca Puglisi, 46 anni, nata a Fano, è senatrice del Pd. Laureata in Economia, ha tre figli
Con altre donne ha costituito la Consulta Gianni Rodari sui diritti di infanzia e adolescenza uno o più bambini abbandonati».
Ma dentro Palazzo Madama quell’emendamento aveva infiammato il dibattito, ancora prima che il provvedimento arrivasse in aula.
Il problema è che a breve in Aula dovrebbe arrivare anche il disegno di legge sulle unioni civili, quelle alla tedesca, quella legge che riguarda direttamente gli omosessuali e la paura era che con quell’emendamento alla legge sulle adozioni si sarebbe potuta aprire la porta anche alle adozioni ai gay.
È il fronte dei parlamentari cattolici che si è opposto all’eventualità di estendere ai singoli affidatari la possibilità di adottarli, proprio per paura di spalancare le porte alle adozioni gay. In prima linea, compatto, un partito della maggioranza, l’Ncd, ma anche con una fronda di senatori del Pd.
Lo stesso fronte che adesso sta frapponendo ostacoli al disegno di legge sul divorzio breve e immediato, che proprio ieri sera il Senato ha cominciato a discutere.
Commenta Valentina Castaldini, portavoce nazione dell’Ncd: «Avere un padre e una madre, due figure complementari e fondamentali per la crescita dei bambini, viene prima di qualunque esigenza personale. Per questo sarebbe stato impensabile, come proponeva il Pd, aprire alle adozioni ai single».
Rilancia Aurelio Mancuso, presidente di Equality, una associazione per i diritti degli omosessuali: «Tra le figure che fino ad oggi possono avere in affidamento i bambini ci sono anche i single, non è giusto che per i veti cattolici venga preclusa loro la possibilità di adozione».