Plastica stampa cocco, beautycase come borsa «La moda? È istinto »
Miu Miu e Louis Vuitton, elogio del mix «azzardato»
Parigi chiude celebrando la moda intuitiva. Quella che dovrebbe spingere signore e signorine ad aprire gli armadi e scegliere l’abito senza pensare. Il che fa presupporre che le prossime generazioni cresceranno senza l’amletico mattutino: cosa mi metto?. Nicolas Ghesquière per Louis Vuitton fa un lavoro molto preciso sul tema partendo dalla considerazione dell’abito come «traccia profonda del carattere» dunque, memoria di viaggi, di momenti, di emozioni. Così la collezione vuole essere «un’avventura sentimentale fatta di ispirazioni sparse e grandi aspirazioni. E ha un solo mezzo di locomozione: l’intuizione». I abbiano più sviluppato, forse perché cresciute con meno pregiudizi di stile e meno divise borghesi. Per Miu Miu la stilista fa uno dei suoi lavori sopraffini sul tema. «Senza grandi pensieri, perché a me — racconta poco prima dello show — Miu Miu piace farla così, affrontando anche alcune delle mie ossessioni, come per esempio l’animalier».
L’animalier? Sissignori in colori violenti, accostamenti azzardati, abbinamenti schizofrenici ed esagerazioni ad hoc. Nello stampato e nel riprodotto: ecco un’eccentrica plastica impressa coccodrillo per cappotti over arancioni o neri o gialli che sono un incanto. C’è anche il serpente vero per gonne svasate a tinte accese che si indossato con camicie vagamente vittoriane e pullover tricottati. Belli anche i giacconi tre quarti e doppiopetto in tessuti macro tartan sempre coloratissimi. L’imbarazzo della scelta per scarpe (sandali, stivaletti) e borse (piccole e a mano) allegre come tutta la collezione, certamente una tra le più azzeccate di questa lunga settimana della moda a Parigi.
La bellezza dell’imperfezione ha sedotto anche la proverbiale precisione di Sarah Burton
Sportive Lo stile cavallerizza di Moncler Gamme Rouge, disegnata da Giambattista Valli
Abiti & accessori
Qui sopra, il tubino rosso stampato cocco di Miu Miu. Accanto, un look di Louis Vuitton, con la nuova borsa/valigetta la stilista che sta portando avanti la moda dell’amico Alexander McQueen. È un romantico un po’ délabré il suo. Sbocciano ovunque delicate rose, sui pizzi e gli chiffon neri e rossi, ma anche sui corsetti di pelle, e da germogli, via via si fanno fiore e poi petali cadenti. Gli abiti vittoriani, o scivolati, o costruiti una ruche dopo l’altra, o plissettati conservano la compostezza inglese ma sono meno alteri e dunque persino più commerciali.
Un po’ troppo didascalica sul tema «cavalli&cavallerizze» e guardie di Sua Maesta la regina (che irrompono veramente, nel finale) la Gamme Rouge Moncler disegnata da Giambattista Valli. Ecco un «horse riding weekend» come quelli descritti nei romanzi sull’alta società britannica della scrittrice Nancy Freeman Mitford. Per passerella un letto di foglie, la nebbia e poi le ragazze con il cup — ricamato, ingioiellato —, i pantaloni asciutti o la gonnella corta e arricciata, e una serie infinita di giubbe, giacche, cappottini in patchwork di tweed e tartan, pied de poule e trapuntati e montone o volpe.