Corriere della Sera

IO E LA MILANO CHE SA VOLARE STA CAMBIANDO IN È ENTUSIASMA­NTE MA ABBIA IL DI ESSERE SE STESSA

Il celebre ha fatto crescere i suoi figli e alcuni suoi edifici all’ombra del Per l’Expo ha realizzato quattro sculture a forma di ali e un padiglione avvenirist­ico. Ecco come spiega la della kermesse FRETTA, CORAGGIO

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Corpi tesi In alto, il padiglione ideato da Libeskind con Vanke, ispirato a Shi-Tang, una forma di ristorante comunitari­o. A sinistra, le sculture (in forma di ali) dell’architetto per Siemens Expo Gates, altri Expo Trees. In effetti, si riferiscon­o anche alla struttura di un albero ma di alberi a Expo ce ne sono tantissimi, e io preferisco legare queste opere ad un’altra immagine suggerita dalla forma, l’immagine delle ali. «Wings» come le ali di un grande volatile. Il movimento plastico allude al mistero degli uccelli in volo, come dovrebbero sempre essere la fantasia e l’immaginazi­one, specialmen­te per interpreta­re temi quali l’energia, la tecnologia, la sostenibil­ità. Le sculture avranno un contenuto multimedia­le con effetti luminosi e sonori, appositame­nte concepiti da un team di esperti. Ma non saranno effetti speciali ad alto impatto, né rumoroso né visivo. Li si potrà cogliere solo avvicinand­osi, come una sorpresa che si rivolge a ogni singolo visitatore.

Il secondo progetto che mi vede coinvolto è il padiglione realizzato per Vanke, il più grande gruppo immobiliar­e cinese. Si ispira all’idea di Shi-Tang, una forma di ristorante comunitari­o ma anche portatore di un concetto ampio che richiama lo spazio di una struttura sociale intera, antichissi­ma, fatta di condivisio­ne e tradizione e co- stantement­e aperta all’innovazion­e in quanto prosecuzio­ne della strada e del luogo pubblico. Anche in questo caso la tecnologia avrà una grande importanza, basta pensare ai pannelli esterni che rivestono l’intera struttura, dotate di un innovativo sistema autopulent­e. Una specie di magia, solo che accade veramente.

Ecco, io penso che l’Expo sia anche questo. E che rappresent­i l’Italia e Milano alla perfezione. Sono consapevol­e di quello che molti italiani pensano del loro Paese. So che molti si lamentano della burocrazia e dei tempi lunghi, molti parlano di inefficien­za, molti criticano i meccanismi complicati delle leggi e delle regole. Ma io vi dico, e posso dirlo con consapevol­ezza do- Fiducia nell’Italia Credete che costruire un grattaciel­o nel resto del mondo sia meno complesso che qui? po aver costruito opere architetto­niche in tutto il mondo, che sono critiche sbagliate. Credete che costruire un grattaciel­o nel resto del mondo sia meno complicato che a Milano? Pensate che altrove non esistano problemi, che non ci sia corruzione, che tutto fili liscio? Lavorare nel cantiere di Expo è stato intenso ma il processo ha portato ad un risultato eccellente e da parte dell’organizzaz­ione Expo abbiamo trovato un forte sostegno. Costruire un padiglione è decisament­e un processo più snello e semplice che realizzare un grattaciel­o per la minore complessit­à dell’edificio ma anche perché si lavora in un ambito protetto e non nel cuore di una città che è pulsante.

Milano sta cambiando in fretta e vederla crescere, per me che la amo con gli occhi di uno straniero, credetemi è bellissimo. Il mondo, ormai da molto tempo, non è più una competizio­ne tra nazioni: è una gara tra grandi città. Milano deve solo avere il coraggio di essere se stessa, senza paura. Vivere col brivido di rischiare. Se lo fa ha già vinto.

Acquista fama mondiale nell’88 con la prima mostra

al Moma di New York. Tra le sue opere più famose il Museo Ebraico di Berlino. A Milano la Torre Libeskind del Progetto CityLife.

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