I segreti del genio Pierre Boulez maestro di passioni estreme
Il compositore Ivan Fedele: mi ha scoperto lui, un gigante che sa essere spietato
Frank Zappa cui affidò negli anni 80 tre sue composizioni per chitarra. Ma se un musicista non gli piace Boulez non usa mezzi termini. Senza pietà ha stroncato i minimalisti americani, da Glass a Reich, «troppo semplici per essere interessanti», ha definito John Cage «triviale», mentre a Nyman ha riservato un perfido «chi è?». «Può essere molto crudele nella sua sincerità — conferma Fedele —. L’ho sentito bollare un mio collega italiano con: è solo vuoto». Ma la sua fama di avere un pezzo di ghiaccio al posto del cuore non è meritata. «Una volta ho sentito l’incisione di uno straordinario Adagietto della Quinta di Mahler. Trasparente, distaccato, molto commovente. Quando ho scoperto che a dirigerlo era Boulez mi sono reso conto della profonda umanità di cui è capace. Anche nella vita. Per anni ha aiutato la vedova di Maderna a mandare a scuola i figli. Senza dire niente a nessuno».
Memorabile la sua esecuzione del Ring wagneriano, regia di Chéreau, nel ’76 a Bayreuth. Mentre nel ’79 alla Scala diresse Lulu di Berg da lui definita «la più grande opera nel senso convenzionale del termine». Con la lirica però i rapporti sono stati sempre conflittuali. «La soluzione più elegante per i problemi dell’opera — è solito ripetere — è di bruciare i teatri». Alla fine però aveva accettato di comporne una, da Aspettando Godot di Beckett. Purtroppo i malanni alla vista gli hanno impedito di portare a termine quest’ultima sfida.
« Temo che ormai abbia grandi difficoltà a comporre — commenta Mario Messinis, musicologo, direttore del Bologna Festival, che ha conosciuto bene Boulez —. Un gran signore, ma amabile solo in apparenza. Molto scettico sulle nuove generazioni di compositori, per lui votati a una musica troppo “facile”. In Italia amico di pochi, tra cui Berio, Donatoni, Pollini. Duro nei giudizi ma arguto». Come quando, a chi gli chiedeva cosa volesse dire essere moderno, rispose: «Andare in una direzione che non si conosce, che si intuisce, ma che diventa la tua priorità». Aggiungendo tranchant: «Se non si vuole cambiare il mondo non si ha diritto di parola».
Considerato da molti un Robespierre: ha stroncato Glass, Cage, Nyman Generoso nella vita: senza dirlo, ha aiutato la vedova di Maderna a mandare a scuola i figli